PescaraBici, tremila parcheggi in aree di risulta: “Una città che va in controtendenza”

“Il nuovo progetto di sistemazione delle aree di risulta della stazione ferroviaria, area strategica denominata “Parco centrale”, prevede due torri e altri spazi parcheggi di prossimità per circa 3.000 “posti auto”. Tremila posti, tutti già esistenti e dunque confermati”, esordisce così PescaraBici spiegando i dubbi della Federazione al riguardo.

 

“Apprendiamo dalla stampa e dalla stessa amminstrazione comunale che essi saranno gestiti da parte di chi si aggiudicherà il contratto di project financing per realizzare il Parco Centrale nel suo complesso. La cosa ci lascia molto perplessi e suscita diversi interrogativi”.

“Siamo sicuri che la gestione ventennale dei posti auto sia l’unica soluzione possibile per realizzare il parco Centrale? Siamo sicuri che questo “soluzione” non contrasti con la strategia manifestata con il nuovo PUMS -Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile- approvato dalla Giunta e dal Consiglio Comunale, in cui si parla di una drastica riduzione delle auto in città a partire da subito?

“Vent’anni a partire dal momento della realizzazione dell’opera (presumiamo il 2020) ci condannano a 20 anni di parcheggi obbligati in quella zona strategica della città. Ma quanti spazi sosta serviranno per la Pescara del 2040? E se invece di 3.000 ne serviranno 1.000, 500? E se invece servissero 3.000 posti bici invece che posti auto?”.

“A Pescara ci sono 270 km di strade e 60-70.000 spazi auto, distribuiti lunghe le strade stesse, nelle piazze e, qualche migliaio, nei parcheggi a pagamento. Ogni buco, ogni spazio libero ospita le auto. Praticamente si parcheggia dappertutto. Eppure, sembra che di parcheggi ce ne vogliano ancora di più. Tutto questo mentre si fanno piani e programmi di riduzione della mobilità a motore privata, e si programmano ciclovie urbane per la mobilità attiva. Il PUMS, in aderenza ad ulteriori documenti strategici di governo del territorio comunale prefigura, da qui ad almeno 10 anni, una riduzione della componente modale del traffico motorizzato privato (auto) al 50% rispetto alla situazione attuale (circa 90%). Il che si traduce in incremento del trasporto collettivo e degli spostamenti in bicicletta. E, ci sentiamo tranquillamente di affermare, una conseguente drastica riduzione della necessità di parcheggi auto”.

“Insomma, in tutto il mondo si sta andando verso una mobilità fatta di mezzi pubblici, bici e auto condivise. Tra uno o due decenni al massimo le auto diventeranno solo un servizio e non un bene di proprietà. I parcheggi diventeranno antiquati, perché l’auto privata scomparirà e sarà sostituita da un insieme di auto condivise, mezzi pubblici, biciclette sia personali che condivise, di bici assistite per la micro logistica. E qui, invece, pensiamo di concedere per ben 20 anni, in uno scenario completamente diverso dall’attuale, spazi per 3.000 posti auto nel cuore centrale della città, all’interno di un parco!”.

“Non possiamo che esprimere il nostro stupore rispetto a condotte di pensiero che prefigurano scenari in controtendenza rispetto a quanto già fatto proprio dalla pianificazione comunale in corso di redazione e da un intorno di esperienze europee, ma anche nazionali, che ormai certificano l’opposto. Non per nulla la primavera scorsa sulle pagine dell’Economist, e quindi non su un giornalino di quartiere, era apparso un articolo dal titolo eloquente: “Meno parcheggi per tutti!”. Noi crediamo che ora, subito, se ne debba parlare, per evitare di congelare il futuro prossimo ad un presente che diventerà velocemente passato remoto”.

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