Pescara, rione Pineta: la Soprintendenza valuta altre forme di tutela edilizia

Il tema della salvaguardia delle testimonianze architettoniche e paesaggistiche della città di Pescara è una delle prerogative della attuale Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo.

“Il “rione Pineta” di Pescara, sorto agli inizi del Novecento in seno al piano regolatore redatto dall’architetto Antonino Liberi, che aveva l’obiettivo di creare una città giardino incentrata sul Kursaal Aurum, è senz’altro meritevole di una attenta tutela, che sembrerebbe richiedere, alla luce dei recenti accadimenti che hanno interessato due villini storici in via Figlia di Jorio, una implementazione a garanzia di una imprescindibile e puntuale valutazione degli interventi edilizi.

Per questo motivo, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo sta sta valutando la possibilità di attivare, oltre a quelle già esistenti, ulteriori forme di tutela previste dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, non per ‘congelare’ l’attività edilizia della pineta dannunziana, ma al fine di garantire la conservazione del rapporto equilibrato tra gli edifici del “Rione Pineta” e i singoli lotti nei quali sono stati edificati.

Allo stato attuale, inoltre, con l’applicazione del cosiddetto “decreto sviluppo” anche a brani del tessuto edilizio storico della città come quello della pineta dannunziana, tali peculiari aspetti non sembrano essere tutelati a sufficienza”.

In accordo con quanto sostenuto dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo, anche le associazioni –  Italia Nostra, Archeoclub, Ville e Palazzi dannunziani, Mila donnambiente, Ecoistituto Abruzzo – che ieri hanno tenuto un sit in a Pescara richiedono l’intervento delle autorità. “Siamo qui a chiedere all’amministrazione comunale di intervenire immediatamente per eliminare quei passaggi che recepiscono le norme regionali (decreto sviluppo n.49/2012) consentendo di applicare anche nella zona pineta, sia l’abbattimento che le misure premiali del 20% in più della volumetria e ancora, il cambiamento della sagoma”.

“Come se niente valesse il fatto che il Rione Pineta sia classificato, dal PRG di Pescara, Zona B1 dove è possibile solo “la conservazione del tessuto esistente ed è consentita l’aggiunta dei volumi tecnici strettamente indispensabili senza alterazione dei prospetti prospicienti pubbliche vie e pubblici spazi”. Le conseguenze sono da chiunque comprensibili e visibili:
la possibilità di abbattere (come in questo cas : due villini, sostituendoli con due enormi e moderni edifici, per quanto eleganti … ma fuori contesto) e ricostruire … tutt’altro!

Noi vogliamo difendere la bellezza di questa parte di città, che ancora accoglie la memoria della pineta dannunziana, il canto di D’Annunzio e la narrazione di Flaiano; chiedere al Comune di non consentire l’ulteriore scempio derivante dall’abbattimento della (seconda) Villa Rina, chiedere al Comune ed alla Soprintendenza ai B.A.A.P. di considerare nell’immediato, il valore rappresentativo, sia storico che culturale, del Rione Pineta come anche proposto dal Prof. Varagnoli nel lavoro redatto per il Comune, e il doppio vincolo, paesaggistico e per decreto ministeriale. In ultimo, vogliamo chiedere alla Giunta e al Consiglio Regionale di abrogare la norma che autorizza in maniera indiscriminata l’aumento del 20% delle volumetrie degli edifici in deroga ai parametri del PRG”.

“Se questa battaglia riuscissimo eventualmente a vincerla per il futuro”, concludono le associazioni, “è possibile che non riusciremo a fermare quanto già in costruzione e assentito. Il che – ancora una volta – confermerebbe che ci sono quelli che, avendo santi in Paradiso, otterranno ciò che vogliono, contro tutto e contro tutti… E poi, in subordine, ci sono… tutti gli altri. Per fortuna , anche tra i “potenti” della città (basta guardarsi attorno fra i villini) c’è chi ama , apprezza e protegge la bellezza di questi edifici ! Chiediamo anche a loro di attivarsi nel modo che credono più opportuno per ripristinare la protezione dell’identità del quartiere!”.

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