Pescara, una messa per i 100 anni di don Enrico Zambotti

Pescara. «Il Signore mi lasci lavorare ancora per l’evangelizzazione della sua vigna». Sono queste parole a spiegare lo zelo pastorale e sacerdotale di don Enrico Zambotti, il sacerdote che domani, martedì 17 luglio, compirà 100 anni.

Lo festeggerà il giorno del suo compleanno la comunità della Beata Vergine Maria del Fuoco di Pescara che lo ha accolto, come vicario parrocchiale, in questi ultimi anni, insieme ai confratelli e all’arcivescovo, monsignor Tommaso Valentinetti, che alle 19, presiederà una messa di ringraziamento per la vita del sacerdote nato il 17 luglio del 1918 a Fiavé (Trento) «quando il trentino era ancora annesso all’Austria» – ricorda don Enrico – penultimo di sei figli, un fratello e quattro sorelle, tra cui tre suore.

Una vita missionaria intensa iniziata dopo la conclusione degli studi nel giugno del 1942. Ordinato presbitero a 24 anni, infatti, don Zambotti cominciava a muovere i primi passi da sacerdote nelle parrocchie trentine e come dovente di liturgia, teologia, latino e canto. La svolta pastorale, però, avvenne tra gli anni ’60 e ’70, quando, per motivi di studio si trasferì in Cecoslovacchia, sotto il regime sovietico. «In quegli anni – racconta don Enrico, che ancora parla correntemente la lingua ceca – ho svolto il mio servizio in clandestinità, attraverso la copertura di tanti amici che mi coinvolgevano nelle loro attività».

Nel 1971 il rientro in Italia e l’arrivo a Pescara, «in una diocesi in piena espansione» – sottolinea il prete centenario – sotto la guida pastorale di monsignor Antonio Iannucci che gli affidava, inizialmente, i centri dell’Opera Juventutis e, nel 1973, la parrocchia di San Silvestro. «Sono stato parroco di San Silvestro fino al 1994» – ricorda il sacerdote con un tocco di nostalgia per la Comunità guidata per più di venti anni e per l’amicizia che lo ha legato a monsignor Giuseppe Comerlati, il sacerdote con cui ha lavorato nella vicina Madonna del Fuoco.

Il legame con il cammino neocatecumenale ha tenuto sempre in movimento il sacerdote che, a 80 anni compiuti, partì per la Sardegna, come sacerdote itinerante del movimento fondato da Kiko Arguello.

Ascolto e direzione spirituale sono i ruoli che lo rendono ancora attivo nel lavoro della parrocchia, nella preghiera e nella confessione: «Le persone oggi ne ha tanto bisogno – conclude l’anziano sacerdote – e così io le ascolto e le accompagno».

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