Spoltore: lacrime e commozione alla messa in memoria di Alessandro Neri

“Buongiorno al mondo intero. Grazie per l’affetto, la comprensione, la stima, il rispetto, la collaborazione che avete dato a questa mia meravigliosa famiglia. Oggi desidero, voglio e vi chiedo soltanto affetto, comprensione, stima e collaborazione. Grazie”. Lo scrive su Facebook Laura Lamaletto, madre di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto l’8 marzo a Fosso Vallelunga, alla periferia di Pescara.

Lo scrive proprio oggi, 17 marzo 2018, nel giorno in cui è stata celebrata una messa in memoria della giovane vittima, nella chiesa di San Camillo De Lellis, a Villa Raspa di Spoltore dove centinaia di persone si sono strette al dolore dei familiari. Presente anche la comunità venezuelana con la bandiera tricolore blu, giallo e rosso.   

 

Non è stato un vero e proprio funerale, però, perchè non era presente il feretro del giovane. La messa è iniziata con “The Precious Gospel Singers”, un brano molto toccante di un coro pescarese che ha preso parte alla cerimonia per volontà dei genitori di Alessandro.

“Ve lo chiedo in ginocchio: aiutatemi a trovare il colpevole. Vi prego, per favore, non fate che mio figlio sia morto invano. Vi chiedo di aiutarmi a trovare chi ha fatto questo a mio figlio. Non ho sete di vendetta, nessuno della nostra famiglia ce l’ha”. Così, in lacrime, Laura Lamaletto, al termine della messa. “Vogliamo solo sapere la verità – ha aggiunto estremamente commossa – è giusto che si sappia perché ce l’hanno tolto in un modo molto cruento. Ale riposa in pace, ma ha bisogno della verità anche lui. Non facciamo cadere il buio e le tenebre intorno ad Ale, la verità deve venire fuori. Non piangete la morte di Ale, dovete ridere, come a lui farebbe piacere; non fate che mio figlio muoia una seconda volta”.

Anche all’esterno della chiesa la donna ha chiesto aiuto per trovare i responsabili alle persone che le si avvicinavano per salutarla.

“Insieme vogliamo affidare a Dio Alessandro. Lo portiamo nel cuore, con la sua magica bontà. Chi lo ha conosciuto lo sa, la bontà era la sua forza e la sua più grande debolezza, ecco perché ha pagato il prezzo più alto”. Così don Cristiano Marcucci nel corso della sua omelia. “La cosa più innaturale che possa accadere su questa terra – ha detto – è un genitore che perde un figlio. Quando la persona cara che si perde è un figlio, per di più perso in una situazione brutta, questo vuoto credo si possa chiamare col suo nome: baratro. Mi ha colpito in questi giorni che tutta la nostra città di Pescara e non solo ci siano stati in qualche modo dentro. Dentro questo vuoto. Le persone che amiamo sono con noi sempre, oltre la dimensione dello spazio e del tempo”.

“In questa settimana sono sempre andato a casa di Laura e Paolo Neri – ha proseguito il religioso – e ho sempre trovato tanta gente. Si sentiva l’aria di una famiglia accogliente, piena, con mille difficoltà e fragilità come tutte le famiglie. Vi ringrazio pubblicamente perché la dignità con cui affrontate questo dramma – ha detto – per me è stata molto edificante. Esternamente possiamo chiedere di fare chiarezza alle forze dell’ordine e alle autorità competenti, come fanno i parenti. È giusto sapere la verità, ma questo sarebbe troppo poco. Non toglie il buio. È qualcosa di fuori e le cose di fuori sono sempre molto superficiali. Noi possiamo non scappare da questo vuoto, possiamo abitarlo. Quando non scappo dal baratro e dal buio – ha aggiunto – mi accorgo che quel buio e quel baratro non mi risucchiano, non mi ammazzano. Un vuoto abitato, con tutto il suo dramma, con la forza interiore che ognuno ha, comincia a diventare un pieno. Oggi Alessandro con la sua storia ci presenta un vuoto immenso. Quando non scappiamo dai vuoti, la vita rinasce e acquista in qualche modo un’altra dimensione. Questo vuoto non lo possiamo illuminare ma alla famiglia di Alessandro possiamo dire ‘siamo con voi dentro questo vuoto'”.

Gli amici hanno indossato una t-shirt con la foto di Alessandro con la scritta: “Un secondo per ricordarti una vita per dimenticarti”.

Al termine della messa, un lungo applauso ha accolto la foto di Alessandro all’esterno della chiesa, dove sono stati liberati in aria palloncini bianchi e azzurri tra la commozione generale.

 

Successivamente i tifosi della curva Nord – Neri era un grande appassionato del Pescara Calcio – hanno acceso dei fumogeni ed intonato dei cori per Nerino, come era soprannominato il giovane. “Sarai sempre con noi, non ti lasceremo mai. Onore a te, grande amico”, hanno cantato. Gli stessi poi hanno sistemato corone di fiori in una piazzetta vicina alla chiesa, dove è stato realizzato un murales con la scritta “Nerino nel cuore”.

Alla messa ha partecipato anche il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito, per esprimere alla famiglia Neri la vicinanza della comunità locale.

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