Pescara, la marineria dà l’ultimo saluto al capitano Mimmo Grosso VIDEO-FOTO

Pescara. Le sirene dei pescherecci hanno risuonato, dalle banchine del porto, per dare l’ultimo saluto a Mimmo Grosso, figura miliare della marineria di Pescara, portato via ieri era a 58 anni dal Coronavirus che ha aggravato alcune patologie pregresse.

Dal letto d’ospedale in cui era ricoverato da alcune settimane, Mimmo se n’è andato da solo: la più triste delle conseguenze di questo male invisibile, che costringe a rimanere isolati dalle persone più care anche nel momento più duro. Ma i fratelli del porto, quella marineria che Grosso ha guidato per anni, sempre in prima linea, nelle battaglie più dure per la difesa dei diritti dei pescatori, non poteva lasciarlo solo nel suo ultimo viaggio.

Il Coronavirus gli ha negato un funerale, quello che avrebbe radunato migliaia di persone, perché tante erano quelle che lo conoscevano, amavano e stimavano. Ma l’ultimo saluto al capitano Grosso non poteva consumarsi in silenzio. Così, oggi pomeriggio, un carro funebre ha scortato la sua bara lungo le banchine dove, con estrema compostezza e nel rispetto delle distanze di sicurezza, la famiglia della marineria si è stretta in un simbolico abbraccio attorno alla moglie Marina, accogliendo il feretro con il suono delle sirene dei pescherecci, quelle che hanno accompagnato le partenze notturne di Mimmo fin da quando era bambino. Su quella bara è stata poggiata la foto più iconica: cappellino di lana in testa e sorriso ben aperto, quello che veniva sempre seguito da una risata inconfondibile.

“Mimmo si meritava questo saluto, per tutto quello che ha fatto per noi”, dicono gli amici di una vita, i colleghi pescatori, “la cosa più brutta è che è morto da solo, anche se negli ultimi giorni ci sentivamo per telefono, ci mandava video e messaggi”. E ciò che non hanno potuto dirgli, i marinai gliel’hanno scritto a caratteri cubitali, con degli striscioni appesi sulla sede della Associazione Armatori – che per anni Grosso ha guidato – e sulle fiancate di alcuni pescherecci.

Quegli striscioni che lo ricordano “sempre in prima linea”, come nelle tante proteste inscenate in strada, tra Prefettura, Comune, Provincia e Capitaneria, per chiedere il tanto agognato dragaggio e la liberazione del porto dall’insabbiamento che impediva il lavoro e metteva a serio rischio gli equipaggi. “Mimmo, la lotta è dura senza di te”, campeggia su un altro lenzuolo, a ricordare quanto efficace sia stato l’impegno di Grosso nel battersi per i diritti della categoria, nel fronteggiare politici e istituzioni che tante volte lo hanno avuto come spinoso interlocutore, sempre riconoscendone l’elevata capacità di confrontarsi con normative, leggi e burocrazia.

“Anche il mare piange il suo eroe”, recita ancora lo spray su un lenzuolo, e le lacrime sui volti consumati dalla salsedine e dalla fatica oggi sono state tante. “Sempre nei nostri cuori” e “Tutti, tutti, tutti ti ringraziamo”, ha scritto ancora la marineria, che da oggi si sentirà più sola, ma nel ricordo di Mimmo Grosso non si darà mai per vinta, e scrive sull’ultimo striscione: “Con te una forza, senza te, forse, una speranza”.

 

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