Pescara, i furbetti del cartellino di Provincia e Ambiente incastrati dalle telecamere: IL VIDEO

Pescara. Sono le telecamere dei carabinieri di Pescara a immortalare diversi dipendenti di Provincia e Ambiente, soliti,dopo aver passato il badge nell’orologio marcatempo, all’atto dell’ingresso in ufficio, ad assentarsi arbitrariamente e senza autorizzazione, alcuna recandosi a svolgere commissioni private.

Più di sei mesi di riprese hanno portato alla misura cautelare interdittiva per 7 dipendenti della società interamente partecipata dalla Provincia di Pescara, nell’ambito dell’inchiesta della Procura del capoluogo adriatico sulla cosiddetta truffa del cartellino.

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Secondo gli inquirenti dipendenti utilizzavano anche lo stratagemma del “doppio passaggio” consecutivo in entrata (entrata/entrata) o in uscita (uscita/uscita); tale “trucchetto” serviva a far si che l’orologio marcatempo annullasse la precedente operazione di uscita o entrata, contabilizzando le ore di servizio previste (8 ore per i lavoratori a tempo pieno) al fine di percepire, a fine mese, la retribuzione di ore lavorative maggiori di quelle realmente effettuate.

Dalla visione delle immagini delle telecamere è emerso, altresì, che alcuni dipendenti procedevano a passare il badge di altri colleghi giunti presso a lavoro in ritardo o anch’essi assenti arbitrariamente.

“Analizzando le vicende in esame, giova considerare che lo stesso atteggiarsi della condotta degli indagati attesta, in maniera inequivoca, che sono soggetti avvezzi alla commissione di condotte illecite”. È uno dei passaggi centrali dell’ordinanza interdittiva emessa dal gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio. “L’insieme dei rapporti intercorsi tra le parti – sottolinea il gip- dimostra come le condotte oggetto del presente procedimento non hanno certamente connotazioni occasionali, ma, piuttosto, costituiscono espressione di una analitica ed approfondita programmazione: ciò in quanto gli indagati ponevano in essere le condotte di reato, in un arco temporale rilevante, quasi senza soluzione di continuità, riuscendo così a percepire ingiusti compensi, on danno di un ente pubblico territoriale, per attività lavorative mai svolte”.

Il gip inoltre osserva che “tale emergenza, quindi, induce a ritenere che gli indagati siano soggetti avvezzi alla programmazione ed esecuzione di condotte di reato nell’ambito dell’esercizio della propria attività lavorativa; peraltro non può tacersi che gli indagati continuano a svolgere attività nel settore oggetto di valutazione nell’ambito del presente procedimento”.

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