Omicidio Pescara, i colpi letali per Albi in testa e al petto

Pescara. Sono stati i colpi al cranio e al torace a provocare la morte di Walter Albi, l’architetto 66enne ucciso nell’agguato che si è consumato lunedì scorso al Bar del Parco di Pescara.

È quanto confermato dall’autopsia eseguita dal medico legale Ildo Polidoro, su incarico della Procura. L’esame, iniziato alle 12.30, si è concluso alle 18.30.

L’accertamento ha consentito di confermare che Albi è stato raggiunto da quattro colpi, tutti tra la testa e il torace, come già emerso nelle ore successive al delitto.

Il medico legale, che come da prassi ha eseguito i prelievi istologici per i successivi esami, dovrà trasmettere la relazione alla Procura entro 90 giorni.

MASCI A LAMORGESE: URGE INTERVENTO CONCRETO

“Il gravissimo fatto di sangue che si è verificato a Pescara, con un’efferata sparatoria in un bar in una delle più tranquille zone della città con un morto e un ferito grave, impone una ponderata riflessione e una rapida reazione delle istituzioni che deve andare ben oltre la condanna, lo sconcerto e il dolore”. Lo afferma il sindaco di Pescara, Carlo Masci, a proposito dell’agguato che si è consumato lunedì scorso al Bar del Parco, in una lettera inviata al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in cui chiede “un’attenzione particolare” e sollecita “un intervento in tempi brevi per recepire le pressanti sollecitazioni che arrivano dal territorio e di cui sono convinto sostenitore, nella certezza che Lei vorrà a sua volta dimostrare la presenza e l’autorità dello Stato lì dove i suoi cardini giuridici ed etici vengono messi in forse”.

“Quanto accaduto – sottolinea Masci – non appartiene, per vissuto e consolidata tradizione, alla storia cittadina né alla sua comunità generalmente e diffusamente laboriosa, onesta, alacre e solidale. L’Amministrazione comunale è impegnata sul versante della sicurezza, reale e percepita, ma non possiede né le competenze specifiche per materia né la titolarità che fa capo al Suo ministero per una più diffusa capillarità applicativa dei concetti di safety e di security”.

“Come sindaco – aggiunge – ho più volte sollecitato l’attenzione degli organismi competenti a tenere alta la soglia dell’attenzione per impedire infiltrazioni della criminalità organizzata e tracimazioni di quella comune, proprio con la finalità di mantenere la coesione sociale e il senso di appartenenza nel segno dell’onestà. Mi sono sempre sentito opporre le carenze di personale e risorse. Attorno agli elementi delle competenze, delle responsabilità e della prevenzione ruotano il presente e il futuro di Pescara, che nella bella stagione triplica le presenze, e che vive giorno e notte per le sue offerte di intrattenimento, culturali e di eventi”.

“Il Sindaco, nonostante sia sempre e comunque il terminale delle istanze dei cittadini, non possiede il potere e le facoltà di una supervisione totale e impermeabile in materia di sicurezza, per quanto in capo a esso sussista il dovere morale di fornire risposte attraverso i canali istituzionali, per ricondurre persino l’emotività entro criteri oggettivi che fanno parte del bagaglio irrinunciabile della buona amministrazione e dei buoni amministratori”, conclude.

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