“Muri crepati e aule senza porte”: continua la denuncia del Blocco Studentesco sul ‘De Cecco’ FOTO

“È incredibile che si consenta di tenere aperta una scuola ridotta in questo stato – afferma Giacomo Di Michele militante del Blocco Studentesco e rappresentante d’istituto del “De Cecco” – Muri crepati, pareti ammuffite, banchi divelti e aule senza porte, per non parlare poi dello stato delle tubature completamente usurate e piene di falle da cui gli scarichi di bagni si riversano spesso e volentieri nelle aule”.

 

“Riteniamo inaccettabile che in una scuola pubblica si possa permettere di mettere costantemente in pericolo la sicurezza di centinaia di ragazzi e persone che ogni giorno affollano i corridoi della scuola. Nonostante queste situazioni siano note a chiunque all’interno dell’istituto, il dirigente scolastico continua ad ignorare gli studenti e non fa nulla per porre rimedio a tutto questo, anzi negli ultimi giorni sono stati presi provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti che hanno liberamente partecipato alla protesta, senza dimenticarci dell’assurdo gesto di violenza di venerdì quando per volontà della preside ai ragazzi impegnati nel sit-in è stato impedito di rientrare a scuola chiudendo i cancelli d’ingresso”.

“Ecco perchè consideriamo il sit-in di venerdì solo l’inizio di una mobilitazione che continuerà se verremo ignorati ancora in futuro.”

 

“Solo due anni fa in questa scuola un ragazzo ha rischiato la vita – dichiara in una nota Alfredo Mangia responsabile Pescarese del Blocco Studentesco – Era seduto al suo banco in una normale giornata di scuola e un pezzo di solaio gli è crollato in testa ferendolo e costringendolo a giorni d’ospedale. Tutto questo è accaduto a causa dell’indifferenza che le istituzioni mostrano verso i problemi dell’edilizia scolastica, un’indifferenza che viene mostrata tutt’oggi e che gli studenti non sono più disposti a tollerare. Non vogliamo che i nostri ragazzi siano costretti ad andare in scuole fatiscenti e pericolanti e continueremo a batterci tutti i giorni per difendere il loro diritto di studiare in scuole sicure”.

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