Manoppello, anche Emilia Romagna e Toscana fanno ricorso per la ricerca nucleare

Manoppello. Non è solo la Regione Abruzzo, che si è vista escludere il sito di Manoppello, a fare ricorso all’Enea per l’assegnazione del centro di ricerca per la fusione nucleare. ieri l’annuncio del governatore D’Alfonso, ma oggi si rifanno sotto anche altre candidate.

Le Regioni Emilia Romagna e Toscana chiedono una revisione della graduatoria e costituiscono una struttura per il rilancio del sito del Brasimone, nel territorio di Camugnano sull’Appennino bolognese, la cui candidatura è stata bocciata, al parti dell’Interporto di Manoppello.

Stamattina a Bologna, si è costituito un tavolo per il Brasimone con l’obiettivo di seguire in modo congiunto tutte le ipotesi di valorizzazione del sito a partire dal programma Dtt (Divertor tokamak test facility), che consente di studiare materiali, componenti e soluzioni ingegneristiche per futuri sistemi di produzione di energia pulita e sicura e piu’ in generale, in programmi di ricerca e di potenziamento tecnologico dell’Ente. Il confronto coinvolge, oltre alle Regioni Emilia Romagna e Toscana anche l’Unione dei Comuni Appennino bolognese e la Citta’ metropolitana, col supporto di Ervet, ente regionale di sostegno agli investimenti.

La lettera, firmata dall’assessore regionale alle Attivita’ produttive, Palma Costi Palma Costi e dall’omologo toscano, l’assessore Stefano Ciuoffo, chiede al presidente Enea, Federico Testa, la revisione della graduatoria finale, contestando la formulazione dei punteggi che hanno portato all’assegnazione attribuita al Centro di Frascati. Nella lettera, si invita l’Enea a rivedere la graduatoria di assegnazione e impegnarsi affinche’ “il Centro del Brasimone venga considerato prioritario nello sviluppo legato al Dtt e in nuove iniziative e progetti innovativi, piu’ in generale in programmi di ricerca e di potenziamento tecnologico dell’Ente, se non altro in considerazione della qualita’ del gruppo di ricerca li’ attivo e del contesto operativo in cui esso e’ inserito”.

“Restiamo sorpresi- si legge nel documento- nell’osservare che l’Emilia Romagna e la Toscana vengano considerate a minor potenziale tecnologico di Lazio, Abruzzo e Puglia; nonchè, che l’aeroporto di Bologna (7,7 milioni di passeggeri l’anno, di cui il 75% per tragitti internazionali), insieme a quello di Firenze, siano stati paragonati, come aeroporti internazionali, con Pescara, Brindisi e Ciampino, venendo persino penalizzati per una questione di pochi chilometri. Appare discutibile, a nostro avviso – hanno scritto i due assessori regionali – la straordinariamente bassa considerazione dei ridotti costi di insediamento in locali attualmente inutilizzati e facilmente riadattabili, a fronte di oneri derivanti da complesse operazioni di smantellamento necessarie per la macchina Ftu e di quelle strutture attualmente destinate ad altri progetti presso il Centro di Frascati, ancorche’ sviluppati – si conclude nella lettera .- da gruppi di ricerca altamente qualificati e tematicamente connessi alla fusione nucleare”.

Si potrebbe, così, complicare la battaglia lanciata dalla Regione Abruzzo, con D’Alfonso che ieri ha costituito un pari tavolo di lavoro per esaminare una strategia mirata a rimettere in gioco Manoppello, finito terzo nella graduatoria dei nove siti, dietro il sito di Frascati dell’Enea (vincitore del bando) e la Cittadella della Ricerca di Brindisi, anch’essa dell’Enea. Il presidente della Regione ha già chiesto all’Enea il riesame delle procedure tecniche utilizzate per l’assegnazione del sito.

Nello specifico, la Regione intende ricostruire l’oggettività della vicinanza dell’Interporto alla rete di fibra ottica sia dalla sede autostradale (sotto la quale corre la linea dati) sia dall’università di Chieti, attraverso documenti analitici da parte di soggetti terzi che possono rendere certa la misurazione delle distanze.

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