Dalle bombe su Odessa ai campi da calcio di Pescara: la storia del giovane Dmytro

Pescara. Dal rumore spaventoso delle bombe russe che continuano a cadere sull’Ucraina al suono di un pallone che rimbalza sul prato del campo San Marco di Pescara.

La storia di accoglienza e rinascita veste  i colori della Delfino Curi Pescara, storica società di calcio impegnata nel campionato di Eccellenza e, soprattutto, nei campionati giovanili e in un florido lavoro di scuola calcio.

La società gestita dal patron Paluzzi con i soci storici Croce, Martorella e Agresta, già lo scorso inverno si era fatta promotrice, poche ore dopo l’inizio dell’attacco a Kiev da parte delle truppe di Putin, di una lodevole iniziativa: scuola calcio e campo aperto gratuitamente per tutti i ragazzi arrivati nella città adriatica in fuga, con le loro famiglie, dalla guerra.

In pochi giorni, al San Marco, un’intera squadra di piccoli calciatori ucraini era già all’opera, indossando le divise del club: quindici alla fine i giovani ospitati fino alla scorsa estate sul campo San Marco. Il primo ad arrivare fu il 2005 Yehor Butivchenko, oggi tesserato con la formazione Under 19 di mister Spinozzi. In cinque, del gruppo iniziale, continuano la loro esperienza nelle varie categorie Curi (altri si sono trasferiti altrove in Abruzzo o sono tornati in patria).

Qualche settimana fa, l’ennesima favola: squilla il telefono del responsabile della scuola calcio Curi, Silvio Di Egidio. Dall’altra parte c’è il 15enne Dmytro Fakira, classe 2007, appena arrivato con il papà dall’Ucraina, precisamente dalla martoriata città di Odessa. Ha letto sul web delle iniziative della Curi di qualche mese fa e ha deciso di voler provare per qualche giorno con il club pescarese.

Fakira è un centrocampista offensivo dai piedi buoni, che in patria giocava nel settore giovanile di un club professionistico, il Palmira di Odessa. Il papà è invece un massaggiatore della federazione calcistica ucraina.

Al primo allenamento con l’Under 17 sotto età di mister Andrea Di Giovanni è subito colpo di fulmine: Dmytro viene accolto benissimo dai suoi coetanei al San Marco e, a fine allenamento, entra negli uffici del club per comunicare a tutti che, sì, lui vuole diventare un calciatore del Delfino Curi Pescara. Il giorno dopo si ripresenta con tutta la documentazione necessaria e si avvia l’iter per il tesseramento, ormai agli sgoccioli.

Educato, silenzioso, sorridente e aperto alla novità, Fakira ha impressionato subito anche i tecnici per le sue doti tecniche. Ancora gracilino forse dal punto di vista fisico, ma la stoffa c’è. E ora la metterà in mostra nel campionato Under 17 non appena arriverà il via libera dalla Figc. “Non vediamo l’ora di vederlo in campo per una partita ufficiale”, dicono i suoi allenatori Andrea Di Giovanni e Silvio Di Egidio, “è vero che fisicamente deve crescere, ma il gap si riduce grazie alla sua intelligenza tattica e qualità tecnica. E’ un ragazzo d’oro, nato per il calcio, uno di quelli vecchio stampo che va a dormire con il pallone tra i piedi. Educato, rispettoso, con una cultura sportiva importante. Sta continuando a studiare a distanza con la scuola del suo Paese, per ora parla solo ucraino, ma in campo non ha bisogno di grandi indicazioni: prende il pallone e mi lascia senza parole. Quando non è in campo con noi, si allena anche da solo, assieme al padre. Speriamo di averlo presto in campo con i compagni”.

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