Caro bollette: “Due ristoranti su 10 chiuderanno entro l’anno nel pescarese”

Pescara. “Grido d’allarme della FIPE-Ristoranti, Associazione Provinciale che rappresenta oltre trecento ristoratori del pescarese aderenti alla Confcommercio, sulla difficile situazione che la categoria sta affrontando a causa degli spaventosi aumenti dell’energia.

“La situazione negli ultimi due mesi si è ulteriormente aggravata”, spiega Gabriele Armenti di FIPE/Confcommercio Pescara, “con bollette dell’energia che sono divenute insostenibili per qualsiasi ristoratore e le previsioni sono che due ristoranti su dieci decideranno di chiudere entro la fine dell’anno se non ci saranno interventi a livello europeo o governativo che possano ridurre in maniera consistente i costi dell’energia”.

“Per ora stiamo cercando di tirare avanti studiando, ognuno in base alle proprie esigenze, stratagemmi per ridurre i consumi”, prosegue Armenti, “alcuni stanno riducendo i giorni di apertura, alcuni addirittura aprono solo nel week-end, molti stanno facendo la spesa giornaliera per usare un frigorifero in meno, altri stanno sostituendo lampadine e attrezzature con quelle di ultima generazione a risparmio energetico. Tutto questo serve però a cercare di sopravvivere arrivando a pagare bollette triplicate anziché quadruplicate ma è di tutta evidenza che non è una situazione sostenibile nel lungo periodo anche perché non possiamo neanche caricare gli aumenti sui prezzi del menu perché il caro bollette incide anche sul portafoglio dei nostri clienti”.

“Come FIPE/Confcommercio a livello locale stiamo cercando di organizzarci in gruppi di acquisto dell’energia e con uno sportello di consulenza sul caro energia, ma la vera partita si gioca a livello europeo e governativo dove occorrono provvedimenti immediati e rilevanti. Non bastano i recenti crediti d’imposta previsti dal decreto Aiuti Ter occorre al più presto detassare completante le bollette e prevedere un tetto ai prezzi di gas e elettricità in mancanza dei quali il futuro della ristorazione è seriamente a rischio”, conclude il rappresentante dei ristoratori.

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