Discarica Bussi, imputati “vecchietti ostaggi processuali”

Chieti. Vecchietti da strumentalizzare, “ostaggi processuali”: gli avvocati degli imputati per uno dei più grandi disastri ambientali d’Europa provano a difendere i vertici di Montedison tirando in ballo le “accuse retrospettive”.

“Gli imputati sono ostaggi processuali perche’ servono ad agganciare la responsabilita’ di Edison, la loro funzione e’ solo questa. Sono un manipolo di vecchietti che debbono poter essere condannati soltanto perche’ scattino i meccanismi successivi”. A dirlo, davanti alla Corte d’Assise di Chieti, è stato oggi l’avvocato Tullio Padovani, difensore di Guido Angiolini, amministratore delegato di Montedison dal 2001 al 2003, a margine del processo riguardante la mega discarica di rifiuti tossici di Bussi sul Tirino.

“Tecnicamente – ha proseguito l’avvocato – sono ostaggi, cioe’ bisogna pagare il riscatto. Ma questo mica solo in questo processo, e’ un andazzo, come il capo d’imputazione, non e’ mica solo in questo processo. E’ una tecnica, oramai in Italia ci siamo collaudati per costruire accuse retrospettive”.

L’avvocato ha poi spiegato di aver impostato la sua arringa “sulla inconsistenza di un capo d’accusa che pretende di costruire una specie di concorso universale di persone che si sono avvicendate nel corso degli anni, unendo episodi che sono slegati fra di loro e ammassandoli in un unico contesto di disastro ambientale che in realta’ non riesce a entrare nella fattispecie normativa. L’imputato che io assisto, Guido Angiolini, considerato una sorta di regista dell’intera vicenda, e’ un soggetto del quale si puo’ non solo fondatamente ma incontrovertibilmente dimostrare la perfetta buona fede e l’assoluta assenza di qualsiasi elemento significativo, tanto che non e’ neppure menzionato nel campo di imputazione. Un processo che non si doveva fare e sarebbe stato molto meglio non farlo”. Secondo Padovani, infine, non c’e’ stato il disastro ambientale ” perche’ il disastro impone la verifica in concreto di un pericolo per l’incolumita’ pubblica: nel capo di imputazione non e’ nemmeno menzionato questo pericolo. Si e’ ingigantita una situazione, che, non voglio mica negare, assume caratteristiche di un inquinamento ambientale, che potra’ anche essere grave, ed e’ stata trasformata in qualcosa che non ha fondamento” .

Una situazione che conta 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso.

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