Pescara: 150 chilo di latticini sequestrati e donati alla Caritas

Pescara,. A seguito di controlli routinari effettuati a Pescara dal Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti di Origine Animale della ASL di Pescara, diretto dal dottor Fabrizio Lodi, presso diverse imprese alimentari (punti vendita di prodotti lattiero caseari, macellerie, supermercati, pizzerie) sono stati rinvenuti prodotti lattiero caseari (per complessivi 150 chili) privi, sulle etichette, del numero di riconoscimento dello stabilimento di produzione.

Trattandosi di vendita fuori ambito locale e non essendo presente il bollo CE sulle confezioni, (obbligatorio per tutti gli Operatori del Settore Alimentare quando commercializzano alimenti di origine animale e li rivendono in aree geografiche esterne alla Provincia di produzione e alle Province limitrofe) il Servizio ha proceduto al fermo ufficiale per sospetta non conformità in attesa di produzioni documentali.

Non essendo stata prodotta alcuna documentazione attestante il possesso del bollo CE da parte dell’impresa alimentare, è stato deciso, quindi, di non procedere alla distruzione della merce, bensì a confisca della stessa.

Il giudizio di sicurezza alimentare per i prodotti sequestrati, dichiarato dal Dirigente veterinario presente all’accertamento, ha fatto sì che tutti i gli alimenti oggetto di sequestro potessero essere riutilizzati e pertanto si è deciso di contattare la Caritas per organizzare il ritiro e l’avviamento al consumo presso la locale mensa.

L’intervento, accolto dai responsabili della Caritas come un gesto di beneficenza, in realtà è stato il frutto dell’impegno, dello spirito collaborativo, della responsabilità dell’organo di vigilanza che, con competenza, ha evitato di procedere nella maniera più rapida, ossia con l’avvio alla distruzione, trovando il modo di recuperare quei beni che rispondevano ai requisiti di sicurezza alimentare.

Non è stata una scelta di facile attuazione anche dal punto di vista pratico: i prodotti lattiero caseari non sono stati sequestrati in un’unica impresa alimentare, ed è stato lo stesso personale della ASL, dopo aver effettuato le relative confische, a procedere, in accordo con la Caritas locale, al successivo ritiro e alla consegna delle merci alla struttura di assistenza e beneficenza.

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