Consiglio di Stato: no alla Pescara-Chieti a pagamento

Pescara. E’ stata pubblicata ieri la sentenza definitiva del Consiglio di Stato sul ricorso promosso dalla Provincia di Pescara contro l’aumento delle tariffe autostradali finalizzate al pedaggiamento dell’asse attrezzato che collega Pescara e Chieti. 

Lo annuncia il presidente della Provincia Guerino Testa ricordando che il ricorso era finalizzato a contrastare gli effetti sul territorio dell’area metropolitana del decreto della Presidenza del Consiglio datato 25 giugno 2010, che aveva fissato il pagamento di un pedaggio nei tratti assimilati alle autostrade, interconnessi con strade in diretta gestione Anas, tra i quali figurava – appunto – l’asse attrezzato.



La sentenza del giudice di secondo grado ha accolto tutte le istanze promosse dalla Provincia di Pescara con il ricorso amministrativo che è stato seguito dall’avvocato Giorgio Fraccastoro con studio in Roma ma di origini pescaresi. Già a suo tempo, a luglio 2010, il Tar aveva sospeso l’efficacia del decreto presidenziale, riconoscendo le ragioni avanzate dalla Provincia, e ora con l’ultima pronuncia del Consiglio di Stato, nel merito, sono stati definitivamente stabiliti alcuni principi. E cioè:

– nonostante la sospensione degli effetti del Decreto presidenziale già deliberata dall’Anas, il ricorso meritava comunque di essere trattenuto in decisione perché sia l’Amministrazione provinciale promotrice del ricorso che l’Anas avevano diritto di conoscere in via definitiva della legittimità o meno del decreto, arrivandone a stabilire, come detto, la totale illegittimità;

– La Provincia di Pescara, come ente esponenziale degli interessi della collettività stanziata sul suo territorio, ha sicuramente legittimazione attiva alla tutela, anche in sede giurisdizionale, degli interessi della collettività di riferimento;

– Nel merito, l’illegittimità del Decreto è consistita principalmente nel non aver previsto un meccanismo di corrispondenza tra il pagamento e la fruizione, in ossequio al principio di derivazione comunitaria del “chi usa paga”, ovvero di quello succedaneo, sempre di matrice europea, del “più usi più paghi”.

Così come era stato pensato, il pedaggio veniva corrisposto all’uscita del casello autostradale a prescindere dal fatto che un automobilista imboccasse o meno l’asse attrezzato. Inoltre la somma da pagare era uguale per tutti, a prescindere dalla classe del veicolo e dei chilometri da percorrere.

“Viene confermata su tutta la linea la fondatezza dell’azione promossa dalla Provincia di Pescara a tutela dei fruitori dell’asse attrezzato che hanno rischiato di vedersi applicata una gabella assolutamente ingiustificata e particolarmente penalizzante, specie in un momento di crisi come quello attuale” – dice Testa. “Ribadisco, come già fatto in passato, la mia soddisfazione assoluta per questo risultato soprattutto perché la Provincia di Pescara si è battuta in completa solutidine per raggiungerlo”.

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