Aca, Di Baldassarre nuovo amministratore unico

aca_sedePescara. Le ultime novità sulla “guerra dell’acqua” vengono dall’assemblea dei sindaci di Aca spa, conclusasi poco meno di mezz’ora fa con la nomina di Vincenzo Di Baldassarre come amministratore unico dell’azienda gestrice del servizio idrico nella provincia di Pescara, uscito vittorioso dalla elezione grazie ad un sostegno al sostegno del centrodestra e di parte del centrosinistra. Di Baldassarre ha avuto la meglio su Massimo Papa, risultato il secondo eletto dopo il ritiro della candidatura di  Fabrizio Calore.

La notizia arriva dopo una mattinata convulsa, caratterizzata dalle dichiarazioni del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi che ha lanciato un vero e proprio atto di accusa ai soggetti gestori ed un invito “ai Comuni ad agire direttamente sui consigli di amministrazione delle società in modo da eliminare le criticità”.

Sia il presidente Chiodi che l’assessore regionale ai lavori pubblici Di Paolo prefigurano uno scenario in cui l’acqua sarà gestita da soggetti privati. Questa considerazioni arrivano dopo una requisitoria sulle condizioni di indebitamento grave in cui versano le società abruzzesi che gestiscono la rete idrica ossia, oltre all’Aca, la Ruzzo Reti nel teramano, il Cam della Marsica e la Sasi nel territorio teatino.

Pronte le reazioni della società civile, delle associazioni a difesa dell’acqua pubblica e del consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che, in una nota inviata alla stampa intitolata ironicamente la scoperta dell’Aca calda, dichiara “condivisibile al diagnosi di Chiodi” anche se “c’è molto da discutere sulla cura”. Acerbo continua affermando che “Il problema con cui ci confrontiamo (l’esplosione della spesa collegata a dilatazione delle piante organiche, delle consulenze,ecc.) è sorto con la riforma bipartisan che nel 2000 ha imposto che i Comuni affidassero la gestione a società per azioni.” “E quindi”  conclude il consigliere di Rifondazione “rimane il sospetto che il Presidente e Caputi intendano usare il disastro combinato dalle Spa per giustificare la privatizzazione dei servizi idrici perché sul tema l’argomentazione è rimasta ambigua”.

 

Andrea Di Nisio


Impostazioni privacy