Inchiesta Spoltore: due testimonianze rimandano la decisione del Gup

ranghelli_fasciaPescara. Rinviata al 28 novembre la sentenza del Gup Di Fine sull’inchiesta che sconvolse il Comune di Spoltore nel 2011. Due testimonianze integrative rimandano le sorti dell’ex sindaco Ranghelli e dell’ex presidente del consiglio regionale Roselli.

Bisognerà attendere ancora per la decisione del gup del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, riguardante l’inchiesta del 2011 relativa al Comune di Spoltore, che conta tra i 16 imputati l’ex presidente del Consiglio regionale, Marino Roselli, l’ex sindaco di Spoltore Franco Ranghelli, e l’ex vice presidente di Ambiente Spa, Luciano Vernamonte. Il gup oggi ha disposto un’integrazione dell’istruttoria attraverso l’audizione di due testimoni con riferimento alla posizione di uno degli imputati, Mario Angelo D’Eramo, ex responsabile ufficio Autorità di bacino della Regione Abruzzo, e ha dunque fissato un’altra udienza per il prossimo 28 novembre, alle ore 12, quando sarà pronunciata anche la decisione del Gup. Nel mirino del pm Gennaro Varone, che ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, la redazione del nuovo piano regolator, l’appalto del servizio di riscossione dei tributi della pubblicità, le sanzioni per le violazioni del codice della strada, l’accordo di programma per l’ampliamento del cimitero e un progetto per la realizzazione di appartamenti nella zona del fiume Pescara. Gli altri imputati sono Luigi Zampacorta, imprenditore; Alessio Carletti, costruttore; Ernesto Partenza, ex assessore all’urbanistica; Alessandro D’Onofrio, imprenditore; Pino Luigioni, ex consigliere comunale; Claudio Santurbano, ex assessore ai lavori pubblici; Enzo Giansante, responsabile di zona della Maggioli Spa; Tullio Michele Ernesto Santroni, dirigente comunale; Giuseppe Del Pretaro, geometra; Bruno Crocetta, tecnico comunale; Emilio Di Paoloemilio, tecnico comunale; Marcello Sborgia, costruttore. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, tentata concussione, falso ideologico, abuso d’ufficio. Secondo l’accusa Ranghelli, Roselli, Vernamonte, Partenza, D’Onofrio e Luigioni avevano creato “un vero e proprio organo decisionale, denominato cabina di regia, estraneo agli organi istituzionali preposti all’amministrazione del Comune di Spoltore, che venivano cosi’ esautorati, allo scopo di condizionare le scelte amministrative e politiche di tale ente e di consentire affari e personalismi”.

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