Decreto del Fare: a rischio la bonifica per Bussi?

bussi_impiantiPescara. Profitto o ambiente? Il ‘decreto del fare’ sembra al bivio tra le due: il Wwf lancia l’allarme per la nuova normativa studiata dal Governo Letta. A rischio la bonifica di Bussi e di altri siti inquinati.

Sono due, secondo il Wwf, le norme “letteralmente dirompenti” contenute nel cosiddetto ‘decreto del fare’, attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge. Per gli ambientalisi, il testo voluto dal Governo Letta può portare ad effetti gravissimi sulla questione della bonifica del sito di Bussi, nonché di tutti i siti inquinati presenti nella regione, come il Saline-Alento e l’area industriale di Chieti.

La norma contestata, contenuta nell’articolo 41, riguarda le bonifiche dei siti inquinati. “Addirittura, anche in caso di conclamato impatto sulla salute dei cittadini”, recita una nota del Wwf, “si subordina la rimozione delle cause che hanno portato all’inquinamento delle falde acquifere alle esigenze economiche delle aziende coinvolte. Sostanzialmente, in caso di “insostenibilità economica” (seppur il decreto non precisa in che termini), si potrà agire direttamente sugli effetti provocati anziché rimuovere le cause dell’inquinamento: a Bussi, cioè, basterà trattare le acque inquinate, senza limiti di tempo, invece di rimuovere terreni inquinati e rifiuti sotterrati.

Il decreto, poi, indica che il trattamento delle acque deve assicurare solo “attenuazione” e “riduzione” del livello degli inquinanti che fuoriescono dal sito inquinato attraverso le acque, senza precisare valori. Lecito il dubbio sollevato dal Wwf. “Pertanto se si passa da valori 1000 volte superiori ai limiti a ‘solo’ 500 volte le soglie, un’azienda potrebbe dire di aver rispettato il dettato del decreto?”. Si parla, e non si può dimenticare, di una discarica industriale composta da sostanze cancerogene e tossiche con impatto devastante e, in alcuni casi, permanente, sull’ambiente e sulla salute della popolazione.

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