Pescara, dal dragaggio a ‘l’amico di Lavitola’: querele e rimozioni tra Amicone e Febbo

amicone_querelaPescara. Lotta aperta tra Febbo e Amicone sui ritardi del dragaggio. Il direttore dell’Arta minaccia querela, l’assessore regionale ribatte con la rimozione. Più che le analisi dei fanghi, scotta la frase su “l’amico di Lavitola”.

“D’altronde dall’amico di Lavitola che ci potevamo aspettare?”. Sarebbe questa la frase incriminata che, secondo il direttore generale dell’Arta Abruzzo Mario Amicone, l’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo avrebbe rilasciato alla stampa commentando il ritardo per l’avvio del dragaggio del porto di Pescara, fissato originariamente al 3 aprile scorso.

Ritardi che in tanti, dalla ditta che si è aggiudicata i lavori al provveditorato alle opere pubbliche Carlea al sottosegretario alle Infrastrutture Improta avevano additato alle colpe dei laboratori guidati da Amicone, che solo lunedì scorso hanno consegnato la relazione sulla validazioni delle analisi fatte eseguire dalla Società Italiana Dragaggi. Quindi, tra un commento e l’altro, Febbo avrebbe pronunciato la frase fatidica, sigillando un dissidio interno al centrodestra che sostiene la giunta Regionale, coalizione di cui Amicone faceva parte ma che, a quanto pare, negli ultimi tempi pare aver abbandonato. Almeno da quando è rimasto immischiato nelle intercettazioni su Valter Lavitola, ex faccendiere di Silvio Berlusconi al quale Amicone in passato si è rivolto per stringere ulteriormente i rapporti con l’ex premier. Su questa faccenda Amicone afferma di aver già querelato il consigliere regionale Idv Carlo Costantini, e ieri ha aggiunto l’annuncio della querela all’assessore, dal quale invece pensava e sperava di essere difeso in quanto direttore di un ente regionale. “Febbo avrebbe dovuto giustificarmi o aiutarmi a dare delle giustificazioni”, inveisce Amicone, “e invece attacca e chiede provvedimenti nei miei confronti. Tra l’altro, la questione di Valter Lavitola non c’entra niente”.

Febbo, però, si dice “profondamente sereno e tranquillo”, anche perché in caso di querela “l’avvocato Carlo Costantini”, afferma l’assessore, “ha garantito il suo patrocinio gratuito  e disponibile eventualmente a difendermi nelle sedi opportune”. “Voglio invece ribadire e sottolineare, ancora una volta, la causa del ritardo del mancato avvio dei lavori di dragaggio al porto di Pescara”, ribatte, “lo stesso Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche aveva messo nero su bianco che i lavori non potevano iniziare senza gli esiti delle analisi commissionati all’Arta. Infatti come si evince dal verbale delle riunioni del 4 e 6 marzo l’Arta si era impegnata a rendere disponibile la verifica incrociata dei risultati entro venerdì 22 marzo per poi procedere alla conferenza dei servizi il 25 marzo e immediatamente sottoporre il piano di ripascimento a procedura di valutazione impatto ambientale nella settimana che terminava il 29 marzo, il tutto per iniziare le attività di dragaggio entro la prima settimana di Aprile. Il cronoprogramma non è stato rispettato poiché l’Arta solo il 19 marzo ha comunicato che non potevano essere rispettate le previsioni tempistiche perla validazione dei dati analitici. Infatti l’Arta ha riconsegnato le analisi solo l’8 aprile, ben 20 giorni dopo la data stabilita”. Amicone e il suo direttore tecnico Damiani, solo ieri, hanno riferito che la Sidra ha ultimato di inviare le proprie analisi solo il 27 marzo, e per contratto avevamo 20 giorni di tempo per lavorare”.

“E’ l’Arta che non ha svolto e rispettato il cronoprogramma sottoscritto, venendo meno agli impegni assunti e provocando ulteriore slittamento all’inizio dei lavori di dragaggio”, insiste Febbo, e rilancia alla minaccia, “pertanto nei prossimi giorni, se dovessi riscontrare che il ritardo causato dall’Arta provocherebbe ulteriori danni alla marineria pescarese e al contempo alla Regione Abruzzo che è intervenuta con indennizzi, mi attiverò nelle sedi opportune e alla Corte dei Conti per eventuali danni erariali nonché presso il consiglio regionale per chiedere la rimozione immediata del direttore generale Amicone per giusta causa”

 

FEBBO DAL MINISTERO PER IL FERMO BIOLOGICO. E domani Mauro Febbo, incontrerà a Roma il direttore generale della Pesca marittima e dell’acquacoltura, Emilio Gatto, negli uffici del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. All’appuntamento saranno presenti anche il Comandante della direzione Marittima di Pescara, i rappresentanti della Marineria, la Federpesca, Coldiretti Pesca e il responsabile della Direzione Pesca della Regione Abruzzo, Antonio Di Paolo. “La riunione”, spiega Febbo, “è stata convocata per richiedere ufficialmente lo slittamento del fermo biologico 2013. La marineria di Pescara vive una drammatica situazione economica per via del mancato dragaggio e, pertanto, a più riprese mi sono attivato presso il Ministero per accogliere le istanze degli operatori della pesca. Infatti domani saremo a Roma per chiedere una deroga al fermo biologico per la Regione Abruzzo e consentire agli operatori del settore di superare il momento di criticità in cui versa il comparto ittico e, soprattutto, gli operatori di Pescara”.

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