Pescara, il Tar respinge la sospensiva: l’Orione deve lasciare la piscina provinciale

piscinaPescara. Primo stop del Tar all’associazione sportiva Orione: bocciata la richiesta di sospensiva degli atti per la riconsegna della piscina provinciale di via Einaudi e per la risoluzione del contratto per la gestione dell’impianto. Testa e Rapposelli: “Iacono lasci libera la piscina”.

Dopo il fallimento della trattativa, l’associazione Orione Pescara ha riposto nel Tar tutte le speranze per riuscire a mantenere la gestione della piscina provinciale di via Einaudi, dove il gruppo presieduto da Matteo Iacono assiste e inserisce nel mondo del lavoro un centinaio di atleti disabili. Ritenuta inadempiente dalla Provincia di Pescara, ente proprietario della struttura, l’Orione ha portato davanti al tribunale amministrativo gli atti firmati dalla dirigente dell’Edilizia scolastica Nicoletta Bucco, che dal 14 novembre in poi hanno diffidato l’Orione a riconsegnare vasca e spogliatoi, quindi hanno disposto la chiusura per motivi di sicurezza e infine risolto unilateralmente il contratto.

Ma sul piatto opposto alle lamentate inadempienze contrattuali, 100mila euro di bollette non volturate e lavori promessi in sede di appalto ma non effettuati, l’associazione ha sempre messo i 6 giorni a settimana in cui gli alunni dell’istituto scolastico Volta utilizzano piscina, docce e istruttori senza pagare e le carenze strutturali ugualmente non illustrate nel contratto del 2011 che provocano sprechi e mancati incassi all’Orione. Un blocco di spogliatoi nuovi non è mai stato completato e una vasca di compensazione mal funzionante provoca la perdita di ingenti quantità d’acqua giornalmente. La via della compensazione sin qui percorsa dall’associazione, mentre il presidente Iacono ha presidiato la piscina giorno e notte da metà dicembre ininterrottamente, non ha trovato accoglienza a Palazzo dei Marmi, che ha offerto uno sconto di 30mila euro sui conti in sospeso senza accettare la proposta al ribasso dell’associazione sportiva, facendo valere gli obblighi dinanzi alla Corte dei Conti.

Quindi il ricorso dell’Orione dinanzi al Tar, dove rimarcando l’urgenza di riaprire la piscina, che da oltre due mesi è senza riscaldamento e rischia danni strutturali, affinché venissero sospesi gli atti della Provincia, in attesa della discussione sul merito della vicenda. Ieri, la prima sezione del Tar abruzzese, presieduta dal giudice Michele Eliantonio, dinanzi all’avvocato Raffaele Chirico per l’Orione e all’avvocato Pietro Alessandrini per la Provincia, ha rigettato la richiesta per la sospensiva, sentenziando che le mancate entrate nelle casse pubbliche sia più importante di tutto il resto. Ora, perciò, si attende la fissazione dell’udienza che dinanzi allo stesso tribunale dovrà decidere se il Volta avrebbe dovuto o meno pagare l’uso della piscina e se quel conto possa essere contrapposto al debito dell’Orione.

Ma non si è fatta attendere il commento del presidente della Provincia Guerino Testa e del suo vice Fabrizio Rapposelli, che invitano Iacono a lasciare libero l’impianto: “Ci auguriamo che ora si faccia da parte e che l’associazione Orione lasci quanto prima liberi i locali della piscina, per consentire all’ente di promuovere tutte quelle azioni utili e necessarie alla riapertura al pubblico”. Iacono, per ora, non risponde: è impegnato a Loano con la sua squadra nel campionato italiano di nuoto in vasca corta per atleti con disabilità intellettiva e relazionale (Fisdir), così come avviene da 31 anni. Proprio ieri, infatti, l’As Orione ha compiuto il suo 31esimo anniversario, e per la prima volta la società ha dovuto lanciare l’appello alla cittadinanza per sostenere l’attività sportiva dei disabili per affrontare le spese della trasferta a Savona: “Al ritorno da Loano non sappiamo cosa ci attende”, aveva detto Iacono alla vigilia della partenza per le gare, “Siamo coscienti e consapevoli del lavoro svolto e della missione che abbiamo scelto, contiamo sulla sensibilità, solidarietà e partecipazione della cittadinanza allo sforzo che stiamo facendo”. E la cittadinanza ha raccolto il suo appello. La sensibilità del Tar, invece, non è stata di pari livello.

 

Allegrino contro Testa:  “Usa il pugno di ferro con i deboli e da anni non chiede gli affitti agli altri locatari dell’Ente”. “Sulla vicenda della Piscina Provinciale il TAR ha dato ragione alla Provincia: in effetti,  chi partecipa ad una gara, ne conosce tutti i termini e li accetta. Se poi la vince è tenuto a rispettarli”. Per il consigliere provinciale Antonella Allegrino “c’è un aspetto non contemplato dalla sentenza del Tar e su cui la Giunta Testa ha tuttavia torto marcio, parliamo del portato sociale della vicenda e della logica del buon padre di famiglia a cui Testa non è mai ricorso, anche essendone portatore, perché corresponsabile di quanto accaduto.  La ragione si legge in tante cose. A partire dalla superficialità e approssimazione con cui ha emanato un bando davvero capestro per la gestione della struttura. La Provincia ha poi affidato una struttura non a norma e non agibile con gravi problemi alla vasca, agli spogliatoi e ai motori delle pompe, malgrado l’Ente, prima di procedere all’affidamento, avrebbe dovuto metterla a norma e non lo ha fatto, ha così dato al vincitore, l’Associazione ORIONE, che ha un bilancio annuale attivo di 150 mila euro e passivo di 170 mila, l’incombenza di realizzare migliorie che sono vere e proprie ristrutturazioni per un costo di 250 mila euro.  C’è poi l’aver trattato con superficialità e quindi aver affossato, senza trovare soluzioni alternative, come di solito accade nel modo di amministrare dell’esecutivo Testa, un’iniziativa di grande valenza sociale che da anni l’Associazione Orione (15 addetti tra cui 6 disabili) porta avanti con 100 disabili che sono utenti e atleti, perché partecipavano anche a gare paralimpiche e con altre utenze provenienti da una zona periferica e sensibile della città,  persone che nella piscina trovavano occasione di attività e aggregazione. E tutto ciò nulla ha a che fare con la logica del buon padre di famiglia che un pubblico amministratore è tenuto ad applicare e dovrebbe sentire sempre, per ogni scelta che fa. Invece, Testa tira fuori le unghie con i deboli e fa il debole coi forti: altrimenti non si spiega perché dal momento del suo insediamento non ha mai usato questi metodi con numerosi altri soggetti che – conclude l’Allegrino – detengono strutture provinciali di cui da anni non corrispondono gli affitti”.

Testa ribatte: “Allegrino parla senza sapere”

“Spiace che la signora Antonella Allegrino intervenga a gamba tesa sulla delicatissima vicenda della gestione della piscina provinciale di Pescara senza aver studiato con attenzione il caso ma con i toni da maestrina. Se conoscesse bene la vicenda saprebbe che negli ultimi due anni circa la Provincia ha fatto esattamente il contrario di quanto lei afferma. Da aprile 2011 l’associazione Orione Pescara gestisce l’impianto senza versare il canone alla Provincia. Sempre da allora l’associazione non paga le utenze, che non ha mai volturato, per cui è la Provincia a provvedere in tal senso, e in questo lasso di tempo l’associazione stessa non ha provveduto a sistemare l’impianto come da offerta presentata in sede di gara (offerta, si badi bene, elaborata proprio dalla Associazione nel senso che non è stata la Provincia a richiedere determinati interventi). A lungo abbiamo sollecitato l’associazione ad adempiere, a lungo abbiamo chiuso non uno ma entrambi gli occhi, a lungo abbiamo pagato bollette onerose (centomila euro) mantenendo quel comportamento che la signora Allegrino definisce del buon padre di famiglia. Questo sfugge al consigliere di opposizione che non perde occasione per criticare l’amministrazione, e ora approfitta addirittura di una sentenza favorevole all’ente (di cui nessuno conosce le motivazioni, se non forse la signora Allegrino) per contestare l’operato della maggioranza. Ci chiediamo cosa avrebbe detto in caso di accoglimento del ricorso da parte del Tar. Abbiamo sempre detto di essere disponibili a rivedere i conti con l’associazione Orione e di voler riaprirein tempi brevi l’impianto – peraltro non sicuro per il distacco di mattonelle. La questione sarebbe già stata risolta positivamente se Matteo Iacono, a capo dell’associazione stessa, avesse avuto – lui sì – il comportamento del buon padre di famiglia e avesse pensato davvero al bene degli utenti. Quanto alle altre strutture provinciali affidate tramite gara a terzi e per le quali non riscuotiamo il canone ma sosteniamo spese da decine di migliaia di euro, aspettiamo di sapere dalla signora Allegrino quali siano”.

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