Pescara, mense scolastiche: sì della Giunta ad agevolazioni tariffarie

Sì della Giunta all’accesso alle agevolazioni tariffarie per la fruizione del servizio di refezione scolastica da parte dei minori con disabilità non residenti, le cui famiglie si trovano in condizione di svantaggio economico.

“La delibera ci aiuta a rendere ulteriormente inclusivo il servizio di refezione scolastica, che questa Amministrazione ha ripensato perché fosse più economico e assicurasse qualità e territorialità delle materie prime utilizzate per i pasti – spiega l’assessore all’Istruzione Giacomo Cuzzi – Attualmente possiamo dire di servire pasti che hanno un rapporto qualità prezzo ottimale e di erogare un servizio che tiene conto delle condizioni economiche dei nuclei famigliari dei nostri piccoli utenti, cercando di venire loro incontro in ogni modo, applicando agevolazioni tariffarie molto nette”.

Queste misure verranno applicate ora anche per le famiglie non residenti nel territorio comunale i cui figli risultano iscritti nelle istituzioni scolastiche della città ed usufruiscono del servizio di refezione scolastica si trovino in condizioni di disabilità.

“A fronte di alcuni casi affrontati, abbiamo allargato il perimetro del servizio, questo perché riteniamo che la refezione scolastica si identifichi non solo con un semplice servizio a domanda individuale ma sia anche un servizio educativo che, opportunamente garantito, aiuta a combattere la dispersione scolastica ed educa tutti i bambini alla sana alimentazione, all’inclusione, all’integrazione sociale, facendosi anche strumento di contrasto alla povertà minorile”.

Il servizio viene riconosciuto a nuclei famigliari in cui sia presente un minore in situazione di disabilità (L. 104/92), fruitore del Servizio di Refezione Scolastica; è necessario che risulti l’effettiva esigenza di prossimità nell’iscrizione del minore diversamente abile alla scuola ubicata nel territorio comunale, valutata dal Servizio Sistema Educativo, Ristorazione e Trasporto del Comune di Pescara sentito il Servizio Sociale del comune di residenza e, infine che la condizione di disagio economico sia accertata dal possesso del reddito ISEE richiesto per l’accesso all’esenzione o riduzione, così come stabilito dalla delibera di G.C. n. 361 dell’11 giugno 2015 che individua le tariffe e le fasce di esenzione.

“Ovvio che saremo attenti a considerare innanzitutto il lato sociale e umano rispetto a quello più meramente burocratico, siamo convinti che la politica debba trovare delle soluzioni, meglio se “capienti”, capaci, cioè, di includere i diritti di tutti, in particolar modo i soggetti più vulnerabili”.

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