Resto al Sud: l’incentivo che sostiene le nuove attività imprenditoriali (anche) pescaresi

Valorizzare aree e immobili abbandonati: terreni incolti da almeno dieci anni e aree edificate ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo abbandonate da almeno quindici anni. E’ questa una delle agevolazioni di Resto al Sud, la misura contenuta nel Decreto Legge 91/2017 per cui si può fare domanda dal 15 gennaio.

I progetti potranno riguardare anche le singole unità immobiliari abbandonate presenti: se un bene è privato, infatti, un giovane che volesse recuperarlo, può chiederlo al Comune, che interpella il proprietario. Gli immobili potranno essere destinati ad iniziative agricole, artigianali, commerciali e turistiche, per le quali interviene l’aiuto economico previsto dalla misura Resto al Sud.

Il Presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, ha informato i Sindaci dei Comuni dei passaggi e delle tempistiche delle procedure per arrivare alla presentazione e al finanziamento dei progetti che riguardano beni che ricadono nel territorio comunale. La tempistica per gli Enti locali, infatti, è alquanto stringente: entro il 12 febbraio 2018 i Comuni dovranno provvedere ad una ricognizione complessiva dei beni immobili di cui sono titolari. 

La domanda di accesso ai finanziamenti, che si può inoltrare solo via internet sul sito Invitalia, è costituita dal progetto imprenditoriale da compilare on line e dalla documentazione da allegare, secondo la modulistica presente sul sito. Le domande vengono valutate in ordine cronologico di arrivo entro 60 giorni dalla data di presentazione.

Le attività finanziabili sono relative alla produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria della pesca, dell’acquacoltura e dei servizi. Non sono finanziabili le attività libero professionali e commerciali, ad eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività d’impresa. Col bonus Resto al Sud possono essere riconosciuti sino a 50mila euro per singolo richiedente, di cui una quota a fondo perduto del 35% e il restante 65 attraverso un prestito a tasso zero da restituire in 8 anni. Se l’impresa deve essere costituita in forma di società, l’importo di 50mila euro si riferisce al singolo socio e possono essere richiesti sino a 200mila euro.

 

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