Pescara, Carrozzine Determinate: “Rispettare le linee guida sulle terapie”

Pescara. “Rassicurazioni e precisazioni, anche perché la legge 134 del 2015 è chiara e stabilisce le linee guida per la presa in carico delle persone con disturbi del neurosviluppo. Limiti di bilancio non possono costituire assolutamente un limite ai diritti delle persone con disabilità”.

Le chiede al direttore generale della Asl di  Pescara, Armando Mancini, e all’assessore regionale alla Salute, Silvio Paolucci, l’associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, nel denunciare “ciò che sta accadendo come conseguenza della delibera del direttore generale dell’Asl di Pescara 288/2017 relativa all’accesso riabilitativo plurimo e globale per i disturbi del neurosviluppo”.

“L’associazione – dice il presidente, Claudio Ferrante – si batte da anni per vedere riconosciuti i diritti delle persone affette da autismo. Persone troppo spesso lasciate senza alcun tipo di tutela sociale, all’interno di famiglie esasperate anche dal fatto che i molti tavoli tecnici e politici non si trasformano mai in reali possibilità di terapie per tutti. Le prese in carico dei centri di riabilitazione non sono reali. A fronte di coloro che hanno al massimo 2-3 sedute di terapia a settimana, si assiste attualmente a tantissimi casi di dimissione con rinvio delle famiglie a terapie a pagamento”.

“L’associazione – aggiunge – registra lo sconforto di queste famiglie. Spesso uno dei genitori, data l’assenza di tutele, servizi, terapie, deve rinunciare al proprio lavoro per poter seguire il proprio figlio con autismo e le terapie a pagamento sono assolutamente improponibili. E’ necessario dare delle risposte reali che si concretizzino in servizi per i disturbi del neurosviluppo”.

“Non si comprende, non è accettabile ed è contrario alle linee guida delle normative nazionali e regionali – sottolinea Ferrante – che un bambino con autismo al compimento dei 12 anni cessi di avere diritto ad un tipo di terapia sulla base delle valutazioni mediche oggettive, non debba aver diritto ad altre forme di terapia ma debba essere lasciato privo di qualsiasi supporto a totale carico delle famiglie già allo stremo”.

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