Il dramma della marineria sbarca allo stadio: cori e slogan prima di Pescara-Atalanta

marineriabloccoassePescara. I riflettori della serie A per illuminare le problematiche della marineria a livello nazionale. Domenica pomeriggio, prima della partita Pescara-Atalanta, lo stadio Adriatico vedrà la mobilitazione del club e dei tifosi biancazzurri a sostegno dell’emergenza che vivono gli operatori portuali a causa del mancato dragaggio. Intanto arrivano i primi rimborsi per i pescatori e martedì si avranno notizie dalle ditte interessate ai lavori.

Dopo cortei e fiaccolate che hanno sensibilizzato le istituzioni locali e la cittadinanza, la marineria vuole portare tutto il proprio dramma all’attenzione dell’intera nazione. Quale palco migliore se non quello calcistico della serie A? Così gli armatori e i pescatori si sono rivolti al presidente della Pescara Calcio per adoperare lo stadio Adriatico e raggiungere la platea televisiva nazionale, e oltre, che domenica pomeriggio assisterà alla partita dei biancazzurri contro l’Atalanta.

Grazie alla disponibilità di Daniele Sebastiani, quindi, prima del fischio d’inizio delle 15:00, sul display dello stadio e sui cartelloni pubblicitari che circondano il terreno di gioco scorrerà uno slogan che ricorderà il dramma del porto cittadino, chiuso dal mese di febbraio a causa del mancato dragaggio dei fondali pesantemente insabbiati. Anche lo speaker dell’Adriatico lancerà un messaggio di sensibilizzazione, mentre la tifoseria organizzata della curva nord, i Ranger, esporranno striscioni e intoneranno cori a favore della gente del porto. Il presidente Sebastiani, inoltre, potrebbe ottenere il permesso dalla Lega calcio per poter ritardare, in segno di apposita protesta, l’inizio della partita di un quarto d’ora.

ARRIVANO I RIMBORSI PER IL FERMO

Intanto arrivano buone notizie sul fronte dei rimborsi, una vera boccata d’ossigeno per chi è costretto a non poter lavorare a causa di un mancato intervento istituzionale. Ieri l’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo ha annunciato che a breve verranno inviati i rimborsi a 30 imprese del porto sottoposte a cessazione temporanea di attività beneficiarie del fermo tecnico supplementare. Oltre a questi contributi regionali, più avanti dovrebbero arrivare quelli per gli ulteriori due mesi di blocco delle attività finanziati grazie al protocollo d’intesa tra regione, camera di commercio, comune e Provincia di Pescara. Oggi, invece, il ministero delle Politiche agricole ha comunicato di aver disposto il pagamento del fermo biologico 2012 nei confronti di 44 unità da pesca.

Ma i ‘lupi di mare’ non vogliono elemosina, come hanno più volte urlato e ribadito: vogliono tornare a lavorare e per farlo si deve procedere alla pulizia dei fondali del porto dalle sabbie e dai fanghi che li hanno ridotti all’osso. Mimmo Grosso, presidente dell’Associazione armatori Pescara, non è consolato nemmeno dalla notizia che martedì si saprà quante e quali aziende hanno risposto all’avviso di pre-informazione per la gara d’appalto per il dragaggio di 200mila metri cubi al costo di circa 14 milioni. L’avviso è scaduto alle 12:00 di oggi, e il provveditorato interregionale alle opere pubbliche (stazione appaltante) ha convocato il presidente della Provincia Guerino Testa per conoscerne gli esiti. Martedì alle ore 16:00 Testa sarà a Roma dinanzi al sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta e al capo di gabinetto del ministero Mario Luigi Torsello, insieme al sindaco Luigi Albore Mascia. Testa ha già comunicato che chiederà di essere accompagnato anche da una delegazione di rappresentanti del sistema portuale, per conoscere le novità sul progetto il possibile calendario sull’avvio dei lavori. L’inizio, comunque, non dovrebbe poter essere fissato prima di dicembre, e il 5 di quel mese scadrà anche il fermo pesca. Per questo Grosso torna a minacciare nuove manifestazioni: “Se la questione non dovesse sbloccarsi e se non torneremo in mare a dicembre, alla fine del fermo pesca, porteremo il prefetto e il presidente della Regione sull’asse attrezzato, con le nostre mogli e i nostri figli, anche di notte”, annuncia il rappresentante degli armatori. I marinai chiedono che il dragaggio possa cominciare almeno a metà novembre, in modo da poter salpare anche a minimo regime per l’inizio dell’ultimo mese dell’anno e tornare a riportare il pesce per il mercato di Natale. Ma lo sconforto e la sfiducia sono ormai ai massimi storici: “Sono pronto a scommettere”, continua Grosso, “che a dicembre non torneremo in mare e mi chiedo se si siano attivati per sostenerci economicamente in questa eventualità. Non pensassero di darci 600 euro al mese, in caso di fermo prolungato, perche’ con queste cifre non si vive”. Così, dopo aver fatto sfilare un carro funebre a simbolo della morte del porto, la marineria potrebbe tornare a ripetere le gesta del giugno 2011, quando i dimostranti occuparono la rampa dell’asse stradale Chieti-Pescara. “Noi abbiamo dimostrato massima educazione fino ad oggi ma adesso non ce la facciamo più per cui ma porteremo mogli e bambini sull’asse attrezzato”, conclude Mimmo Grosso.

L’ennesimo via della sussistenza sarà percorsa da Testa ancora martedì nella Capitale: “Parlerà della possibilità di ottenere una moratoria nei confronti degli istituti di credito e dell’erario per congelare i debiti degli operatori portuali per un periodo di sei o dodici mesi”, spiega il presidente della Provincia, “Sappiamo che l’iter è molto complesso ma vogliamo tentare anche questa strada per aiutare gli operatori che sono da mesi ostaggi del porto insabbiato”, conclude.

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