Pescara, “Dammi la mano buona”. Matrone accusa il Prefetto dopo l’incontro con le vittime di Rigopiano

Pescara.“Mi dia quella che è buona, ti conviene usare la mano buona”. Con queste parole il Prefetto di Pescara, Francesco Provolo, avrebbe rifiutato di stringere la destra a Giampaolo Matrone questa mattina, nell’incontro stabilito a margine del sit-in di protesta dei parenti delle vittime della tragedia di Rigopiano.

Matrone, sotto l’hotel investito dalla valanga, ha perso non solo la moglie, ma anche l’uso di quella stessa mano che, con il tutore che è costretto a portare, aveva semplicemente teso stamattina al Prefetto, dopo che questo lo ha segnalato alla Procura in conseguenza al blitz dello scorso 18 ottobre, quando il superstite aveva affrontato a brutto muso la funzionaria che non ha creduto all’allarme lanciato per mandare i soccorsi a Rigopiano.

A riferire lo spiacevole accaduto è una nota di Studio 3A, la società specializzata nella valutazione delle responsabilità in caso di sinistri a cui Matrone si è affidato per ottenere giustizia.

“Alla reazione interdetta di Matrone, che continuava a ripetere ‘io do sempre la destra, da uomo si dà la mano destra’, il prefetto”, riporta lanota, “non solo li per lì non si è scusato, ma se n’è uscito con altre frasi a dir poco censurabili: ‘Ma lei mi dà la mano quell’altra (la destra, ndr), come faccio a stringergliela’, infierendo così sull’handicap del suo interlocutore, e infine aggiungendo anche un inverosimile: ‘Io la vedo come una provocazione’. Le scuse sono arrivate, ma solo alla fine del colloquio”.

“Mi sono sentito umiliato, trattato come un idiota e offeso”, ha commentato Matrone, “è come se mi avessero detto: ‘Ringrazia Dio che sei ancora vivo, cosa vuoi ancora?’. Non ci sto più a subire tutto questo e per di più dalle istituzioni che dovrebbero rappresentare tutti i cittadini e dare delle risposte ai familiari delle vittime e ai sopravvissuti: sono pieno di rabbia”.

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