Pescara, Soget: parte il processo sui debiti di Sospiri e Mazzocca

Pescara. Si è aperto questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Pescara presieduto dal giudice Rossana Villani, la fase dibattimentale del processo Soget, frutto dell’inchiesta sui presunti crediti inesigibili del Comune di Pescara.

Tra tasse, multe e affitti delle case popolari, il processo vede imputati il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, il direttore generale e il responsabile del settore esecutivo della Soget, Gaetano Monaco e Domenico Ludovico.

Mazzocca deve rispondere di abuso d’ufficio in concorso, Sospiri di abuso d’ufficio in concorso e falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sull’identità o su qualità personali proprie o di altri, Monaco e Ludovico di abuso d’ufficio e falso ideologico in concorso. Secondo l’accusa, Mazzocca avrebbe indebitamente beneficiato della mancata riscossione di un debito di 22.300 euro nei confronti della società acquedottistica, attraverso una condotta illecita “da lui consapevolmente promossa”.

Per quanto riguarda Sospiri, sempre secondo l’accusa, Monaco e Ludovico avrebbero acconsentito “immotivate rateizzazioni del debito di Sospiri”, riguardante sanzioni per violazioni del codice della strada e tributi comunali, con l’unico scopo di consentire a Sospiri “di non pagare alcunché e di restare inadempiente”.

In apertura di udienza il giudice ha respinto l’eccezione di competenza territoriale presentata dall’avvocato di Ludovico, Giuseppe Passarelli, che chiedeva il trasferimento del processo a Taranto, in quanto un documento word – considerato dall’accusa un falso ideologico – sarebbe partito, su disposizione di Monaco e Ludovico, dalla casella e-mail di un funzionario che si trovava nella città pugliese e dunque la prova si sarebbe formata a Taranto. Il pm Gennaro Varone si è opposto, sostenendo che una e-mail può essere creata e inviata da qualsiasi parte d’Italia e del mondo, e dunque “non è possibile affermare che la prova si sia formata a Taranto”. Una tesi pienamente accolta dal giudice.

Successivamente l’avvocato Sergio Della Rocca, che assiste Monaco, ha sollevato un’altra eccezione, sull’utilizzabilità di alcune intercettazioni, chiedendo che, “alla luce della giurisprudenza più recente, fossero utilizzate soltanto per il reato di falso e fossero stralciate per gli altri reati”. L’opposizione del pm, relativa alla tempistica, è stata condivisa dal giudice Villani, secondo la quale “l’eccezione sollevata andrà correttamente affrontata successivamente, in sede di valutazione delle intercettazioni”.

Infine il giudice ha dichiarato aperta la fase dibattimentale, con l’accusa e le difese che hanno presentato le rispettive richieste in merito all’esame di imputati e testimoni, al controesame degli stessi e alla produzione documentale: l’avvocato Massimo Cirulli, per conto di Sospiri, ha dichiarato che il suo assistito non acconsente all’esame.

Le difese dei quattro imputati, inoltre, hanno chiesto un termine per potere esaminare l’ampia mole documentale prodotta dall’accusa e il giudice ha aggiornato l’udienza al 27 novembre prossimo, “solo per i provvedimenti sulla produzione documentale del pm e per le relative richieste delle altre parti”.

 

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