Urbanpromo Green, Maragno “Montesilvano ambito di sperimentazione e ricerca”

Montesilvano. “Ho sempre creduto nell’importanza di un dialogo virtuoso con il mondo universitario. Animata da questa convinzione, questa Amministrazione ha voluto sottoscrivere nel 2016 un protocollo di intesa, firmato con il direttore del dipartimento di Architettura Paolo Fusero, i cui frutti sono evidenti e riconosciuti a livello nazionale”.

Così il sindaco, Francesco Maragno, commenta la partecipazione a Venezia ad Urbanpromo Green, la prima edizione dell’iniziativa incentrata sulle tematiche della pianificazione e delle condizioni di vita e funzionamento delle città, che arricchisce la proposta 2017 di Urbanpromo, la rassegna dedicata all’urbanistica con cadenza annuale, a cura di INU (Istituto di Urbanistica Italiana) e IUAV.

“Insieme al professor Antonio Clemente, docente del dipartimento di Architettura dell’Università d’Annunzio di Pescara”, specifica il primo cittadino, unico sindaco presente in qualità di relatore, nella sessione dedicata a Ciclovie e Cammini, al fianco di tecnici e dirigenti nazionali, “abbiamo illustrato i risultati, supportati dall’esposizione delle tavole elaborate da docenti, studenti e borsisti, dello studio su una Montesilvano slow, ossia su un percorso di mobilità sostenibile che attraversando il nostro territorio consente anche una rigenerazione urbana di luoghi nevralgici e storici della nostra città”.

“E’ fonte di soddisfazione che Montesilvano, grazie a questo progetto e all’impegno e alla professionalità di tutte le persone coinvolte nel Laboratorio Urbano, sia divenuta un ambito di sperimentazione e di ricerca entro cui promuovere e condividere con le parti interessate idee e indirizzi per la qualificazione degli interventi sulle reti della Slow Mobility”.

“Credo che utilizzare e coinvolgere le giovani risorse di ambito universitario”, conclude il sindaco Maragno, “rappresenti una duplice opportunità, per l’Ente che può beneficiare dei risultati di ricerca, e per gli studenti che possono applicare con concretezza i propri studi teorici”.

“La ricerca”, aggiunge Clemente, “giunta alle sue battute finali, è senz’altro all’avanguardia e presenta un valore aggiunto, perché è riuscita ad identificare alcuni punti sui quali spesso, le analisi sulla slow mobility difficilmente si soffermano, che, a conferma di ciò, hanno suscitato l’interesse dell’Assessore Regionale del Friuli Venezia Giulia e del consulente della Regione Sardegna. Non escludo che con loro si possano avviare utili sinergie”.

“Una pista ciclabile, che è per sua natura un oggetto sostenibile, da sola non basta”, spiega il docente. “La riflessione deve estendersi innanzitutto ai contesti attraversati e ai materiali. La realizzazione di una rete ciclabile deve divenire un progetto di suolo, che potrebbe peraltro alleviare quelle problematiche legate agli allagamenti di cui Montesilvano soffre particolarmente. A ciò si aggiunge che un percorso di mobilità lenta può divenire occasione di rigenerazione e ripensamento degli spazi pubblici che si attestano lungo il percorso”.

“Sto pensando ad esempio a corso Strasburgo, via Marinelli con i due complessi architettonici Stella Maris o Villa Delfico e ancora via Torrente Piomba”.

Fanno parte del gruppo di ricerca incentrata su Montesilvano e presentata a Venezia: Giulio Girasante, Paolo Chiavaroli, Paride Taurino, Francesco Rossi, Cristina Affatato, Giuseppe Leone, Pierluigi Petaccia.

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