Pescara, Codici diffida il CdA dell’Aca: cariche incompatibili

aca_sedePescara. Incompatibilità fra le cariche politiche e quelle dirigenziali per i membri del Cd’A dell’Aca. Per queste ragioni, l’associazione Codici ha diffidato i membri del consiglio dell’azienda che gestisce gli acquedotti del pescarese e di altri 64 Comuni chietini e teramani a partecipare alle prossime elezioni per la nomina del presidente, invitandoli a far decadere l’intero Consiglio.

Un documento, inviato ai Comuni membri dell’Aca e alla Procura della Repubblica, è stato redatto oggi dall’associazione Codici per esortare i membri del Consiglio d’Amministrazione dell’azienda acquedottistica a non partecipare alla riunione del 30 luglio, convocata per eleggere il presidente dello stesso Consiglio e uno dei membri. A motivare i rappresentanti legale di Codici, ci sono ragioni inerenti l’incompatibilità tra le cariche politico-amministrative e quelle dei dirigenti dell’Aca. “L’unica candidatura arrivata per la presidenza”, continuano gli associati a Codici, “è quella del presidente uscente Ezio Di Cristoforo, marito di Sivana Sarra, dipedente dell’Aca e sindaco di Bolognano, uno dei comuni soci dell’Aca”. “Un altro componente del Cda è Concetta Di Luzio”, prosegue l’associazione, “sindaco di Casalincontrada, altro comune socio dell’Aca”. E ancora, “tra i consulenti dell’Aca fino a qualche tempo fa c’era l’avvocato Sergio Della Rocca, consigliere comunale dimissionario a Popoli, altro comune socio dell’Aca”[la materia delle incompatibilità per gli amministratori delle società che gestiscono servizi pubblici locali è attualmente disciplinata legge 14 settembre 2011 n. 148, che disciplina, per l’appunto, il regime delle incompatibilità tra ruoli politici e di amministrazione: “Gli amministratori, i dirigenti e i responsabili degli uffici o dei servizi degli enti locali nonché degli altri organismi, in qualunque modo qualificati, che espletano funzioni di stazione appaltante, di regolazione, di indirizzo e di controllo di servizi pubblici locali non possono svolgere incarichi inerenti la gestione dei servizi affidati da parte dei medesimi soggetti. Il divieto si applica anche nel caso in cui le dette funzioni sono state svolte nei tre anni precedenti il conferimento dell’incarico inerente la gestione dei servizi pubblici locali. Il divieto opera anche nei confronti del coniuge, dei parenti e degli affini entro il quarto grado dei soggetti indicati nello stesso comma, nonché nei confronti di coloro che prestano o hanno prestato nel triennio, a qualsiasi titolo, attività di consulenza e collaborazione a favore degli enti locali o dei soggetti che hanno affidato la gestione del servizio pubblico locale. Non possono poi essere nominati amministratori di società partecipate da enti locali coloro che nei tre anni precedenti alla nomina hanno ricoperto la carica di amministratore di cui all’art. 77 del d.lgs. 267/2000 sugli enti locali che detengono quote di partecipazione al capitale della stessa società”. Codici chiede quindi ai destinatari della diffida di non prendere parte al rinnovo del Cda cos come proposto nella convocazione ufficiale e di dichiarare decaduto il Consiglio, riproponendo la votazione per il rinnovo di tutti i membri]. Scaduti, secondo Codici, anche i limiti temporali per tenere in piedi la dirigenza dell’Aca: il Cda dovrebbe dichiararsi completamente decaduto perché sono venuti a mancare più della maggioranza dei consiglieri originariamente nominati. Astenendosi dal partecipare alla prossima assemblea, i consiglieri provocherebbero la nomina di un nuovo Consiglio: “In caso contrario”, annuncia Codici, “saremo costretti a ricorrere presso le sedi giudiziarie competenti a salvaguardia degli interessi dei consumatori utenti”.

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