Pescara, potature lecci: la protesta degli ambientalisti

Pescara. Protestano le associazioni ambientaliste sulla recente potatura dei lecci nel centro cittadino.

“Ricordiamo che solitamente le chiome degli alberi nei periodi più caldi sono molto apprezzate perché fanno ombra, ma non a Pescara, dove il Comune decide, in piena estate, di deturpare piante di leccio con potature non identificabili nelle pratiche colturali, vantandosene”, comunicano le associazioni Conalpa, Mila DonnaAmbiente, Italia Nostra Pescara, Pro Natura Abruzzo, Le Majellane.

“Il leccio non si pota come una vite. E’ un albero sempreverde, ossia ha una chioma densa e folta, costituita anche da rami e foglie d’ombra che portati alla luce necrotizzano. Numerosissime pubblicazioni scientifiche dimostrano che le potature drastiche favoriscono il seccume e la suscettibilità verso i parassiti che richiederanno nel futuro interventi di manutenzione costosi”.

“Tra i numerosi “servizi” che gli alberi in città svolgono ricordiamo che le piante sempreverdi sono molto efficaci nel catturare le polveri sottili e, in particolare, le foglie di leccio neutralizzano i metalli pesanti presenti in atmosfera; infine alzare le chiome con le potature rende gli alberi instabili rispetto al vento e alle intemperie”.

“Ricordiamo che i lecci di Pescara nel febbraio 2017 hanno subito un “lavaggio” per la modica cifra di 152.000 euro per l’invasione di cocciniglie conseguenti a potature irregolari. Lavare significa immettere sugli alberi sostanze tossiche nocive che uccidono micro e macro fauna e contribuiscono a inquinare l’ambiente urbano”.

“Molti cittadini di Pescara e praticamente tutte le associazioni ambientaliste hanno espresso in tanti modi quanto avessero a cuore la loro “città- giardino”, ma non è servito a nulla; i nostri amministratori sono sordi e ciechi, non imparano dal passato, non vedono quanto il manto arboreo si riduca di giorno in giorno e sia sempre più sofferente”.

“Pescara non ha un grande centro storico, non ha molti reperti archeologici; ha una Riserva Regionale Naturale importante, da cui una volta si diramavano bellissimi viali di pini d’Aleppo, lecci, tigli, tamerici, pini domestici e nuclei di grandi pioppi, tutte specie che vivono oltre 100anni ma che, trattate in questo modo, sopravvivono in sofferenza, diventando pericolose e seccando ancora giovani”.

“Ricordiamo che il Regolamento del Verde urbano di Pescara adottato con delibera comunale n.132/2007 nel comma 1, art. 16, dice che ‘un albero messo a dimora e coltivato in modo corretto… non necessita di potature”, nel comma 2 è scritto che “obiettivo delle potature è quello di mantenere le piante sane, piacevoli alla vista’”.

“Il Comune ha annunciato più volte la volontà di costituire un comitato tecnico per la redazione del Piano del Verde e per la revisione del Regolamento. Ricordiamo che in questa città vivono botanici, floristi, biologi e fitopatologi, cattedratici di fama internazionale, disponibili a dare un sostanziale contributo per una corretta gestione del verde pubblico, ma non vengono mai ascoltati”.

“Si continua ad amministrare per l’apparenza, per la visibilità pubblica, con la conseguente superficialità e improvvisazione. Così facendoil Comune di Pescara rischia di trovarsi nell’imbarazzante situazione di dover sanzionare se stesso poiché non rispetta il proprio Regolamento che prevede pene pecuniarie che vanno da 50 a 400 euro per ogni albero maltrattato”.

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