Pescara, blitz a Fontanelle e Rancitelli: droga coltivata e spacciata sotto le case Ater-VIDEO

ciarelli_antonioPescara. Arresti all’alba nei palazzi dello spaccio a Fontanelle e Rancitelli: tra i nove arrestati anche uno dei presunti complici dell’omicidio Rigante. Piante di marijuana coltivate in un pollaio abusivo costruito sotto al palazzo più ‘caldo’ di via Caduti per Servizio.

Sono stati i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Pescara, coordinati dal colonnello Marcello Galanzi, ad eseguire le nove ordinanze di custodia cautelare(otto in carcere e una ai domiciliari) emesse dal Gip Luca De Ninis per spaccio continuato di sostanze stupefacenti. Soliti noti, tutti con precedenti, solite strade: via Caduti per Servizio, via Tavo, via Lago di Capestrano. Rancitelli e Fontanelle. Sono dodici in tutto gli indagati, tra i quali anche un minorenne, ma in manette sono finiti Giosuè Giordano (40 anni), Vincenzina Di Rocco (41 anni) e il marito Fernando Spinelli (38 anni), Ambra Dell’Oglio (63 anni, Giuseppina Ciarelli (26 anni), Donato Filippone (41 anni), Sabina Bevilacqua (35 anni) ed Emidia Ciarelli (28 anni). E c’è anche il 23enne Antonio Ciarelli, ritenuto complice del cugino Massimo, il principale accusato per l’omicidio dell’ultras Domenico Rigante: il giovane, già rinchiuso a San Donato con l’accusa di concorso in omicidio, abitava in via Caduti per Servizio, dove fu ritrovata la Fiat 500 utilizzata dallo squadrone di rom per la spedizione punitiva della sera del primo maggio.
Sono stati svegliati tutti alle 6 di stamattina dai militari, così come i residenti del civico 25 del rione popolare di Fontanelle, che hanno assistito agli arresti con notevole soddisfazione. Se le indagini condotte dal Pm Varone, sono state condotta fin da ottobre 2011, da quando sono iniziati gli attentati a Nello Raspa e ai membri dell’associazione ‘Insieme per Fontanelle’, negli ultimi giorni due residenti hanno denunciato alla stampa i ripetuti soprusi perpetrati dagli inquilini criminali, che spacciano negli appartamenti, ma anche negli androni e nei porticati. Tra i tanti episodi illeciti, le donne avevano segnalato anche l’installazione di un pollaio abusivo all’interno di un cortile comune. Galline e volatili, però, abbandonati all’incuria delle erbacce che venivano lasciate crescere rigogliose. Una prepotenza sotto gli occhi di tutti, ma nessuno poteva avvicinarsi al recinto, nemmeno gli operai comunali che cercavano di ripulire lo scempio: minacciati e scacciati perchè accusati di voler spiare. Cosa? quello che hanno scoperto oggi i cani dell’unità cinofila dei carabinieri: tra le galline hanno ritrovato ben 6 piante di marijuana alte fino a un metro.

Sequestrati anche 400 grammi fra eroina, cocaina e hashish, oltre a sei piante di canapa indiana di altezza variabile tra i 50 e il metro e 7 mila euro in contanti ritenuti provento dello spaccio. “E’ una operazione svolta con metodi classici, ma comunque importante” ha detto nella conferenza stampa successiva all’operazione il colonnello Galanzi, “Nessuna intercettazione, solo pedinamenti e servizi di osservazione, controlli a tappeto, perquisizioni personali e domiciliari che hanno portato a 10 arresti in flagranza di reato. Fondamentali sono stati anche gli aiuti dei residenti”. Troppo facile, però, pensare che, dopo anni di segnalazioni e richieste di interventi alle forze dell’ordine, la denuncia mediatica rilasciata dai disperati vicini di casa abbia toccato le corde giuste per giungere ad una rapida soluzione.

 

Daniele Galli


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