Pescara, alcool ‘abusivo’ fuori dallo stadio: la protesta degli esercenti

stadio_bibitePescara. Il caldo, e le partite di cartello, ripresentano l’annoso problema: sono i titolari di bar, ristoranti e paninerie che circondano lo stadio a denunciare come, durante Pescara-Torino, numerosi venditori ambulanti hanno venduto bibite e alcolici sotto gli occhi delle forze dell’ordine, in barba a licenze e norme anti-alcool emesse dalla Prefettura.

La norma prefettizia che vieta agli esercenti del largo quadrilatero che circonda lo stadio Adriatico di vendere bibite alcoliche durante le partite casalinghe della squadra biancazzurra è un problema annoso. Sono tanti i titolari di bar e ristoranti che si sono dovuto piegare al volere della Prefettura, e dopo numerosi incontri accettare la norma anti-alcool. Ma non ci stanno, loro che rinunciano a copiosi introiti per il rispetto della legge, a vedere alla luce del sole ambulanti con improvvisate tinozze-ghiacciaie vendere birre e mignon di liquore durante gli stessi orari a loro vietati, per di più sotto gli occhi di chi dovrebbe controllare. Una lettera di Pietro D’Agostino, referente del comitato Portanuova e dell’associazione Commercianti area stadio, sottolinea come gli esercenti hanno sempre accettato “ciò che il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza ha chiesto, sempre dimostrando assunzione di responsabilità e piena collaborazione. “Ma ci dispiace rilevare che nell’ultima partita casalinga contro il Torino chi non abbia mantenuto fede ai propri obblighi siano state proprio le forze dell’ordine”, afferma D’Agostino, “che hanno permesso la vendita abusiva di bevande alcoliche da parte di improvvisati commercianti con tinozze piene di ghiaccio. Non abbiamo rilevato alcun intervento né dei Vigili Urbani , né dei Carabinieri, né della Polizia ma sopratutto nessun intervento della Guardia di Finanza. Nessun sequestro, nessuna ammenda”stadiobibite

“La Guardia di Finanza”, prosegue il referente dei comitati indignati, “si è battuta molto nell’ultimo incontro in Prefettura per far inserire nel divieto anche le pizzerie, la stessa Guardia di Finanza che sta battendo a tappeto le attività commerciali con verifica di emissione scontrini e che sabato scorso non ha visto che ,sotto i propri occhi ,avveniva un’enorme compravendita senza alcuno strumento fiscale né licenza”. “Alla luce di questa nostra giusta rimostranza”, conclude D’Agostino, “chiediamo che venga programmato un nuovo incontro per affrontare in maniera definitiva il tema delle ordinanze contro gli alcolici e nell’occasione discutere di questi argomenti sia per le restanti gare calcistiche e sia per il prossimo campionato”.

 

Daniele Galli


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