Pescara: molotov, sassi, striscioni e manifestazioni contro i rom. Aria di faida per l’omicidio dell’ultras

rigantestriscionecomunePescara. Sale altissima la tensione in città, dopo l’omicidio dell’ultras 24enne Domenico Rigante, ucciso da Massimo Ciarelli, rom 29enne tutt’ora ricercato. E proprio contro la comunità nomade monta il diffuso sentimento di rivalsa: dopo molotov e sassi lanciati contro casa Ciarelli, i Rangers lanciano l’ultimatum per la vendetta, con striscioni e manifestazioni di piazza.

“Avete cinque giorni di tempo per cacciarli dalla città”. A parlare, con uno striscione srotolato sul piazzale del Municipio, sono i Ranger, la tifoseria organizzata della squadra biancazzurra, la seconda e più numerosa famiglia di Domenico Rigante, il 24enne ucciso la sera del primo maggio da un raid punitivo capeggiato da Massimo Ciarelli, nomade 29enne tuttora ricercato dalle forze dell’ordine. Vecchie ruggini tra Rigante e il rom, accusato proprio da Rigante prima di morire, che rischiano di esplodere esponenzialmente in una escalation di ripercussioni e ritorsioni violente, tra la frangia più movimentata della tifoseria e la comunità zingaresca pescarese, annosamente mal digerita da gran parte della città. Diffuso, dopo quest’ultimo episodio violento e criminoso, il sentimento vendicativo nei confronti degli zingari, e da quella contro Massimo Ciarelli la vendetta sembra volersi allargare a tutti i ‘cognomi noti’. Se già la sera di lunedì, dopo l’aggressione ma prima della notizia della morte del 24enne, due molotov sono state fatte esplodere dinanzi l’abitazione del rom 29 enne, e una sassaiola si è ripetuta anche la scorsa notte, il messaggio dei Rangers e della parte insofferente della città è rivolta a dei sottintesi ‘loro’. Restano comunque i tifosi organizzati i principali elementi di preoccupazione per le forze dell’ordine; proprio per fronteggiare la tensione, un nucleo di 20 agenti di polizia sono stati inviati in rinforzo da Senigallia, e questa mattina è stato convocato urgentemente il Comitato per l’Ordino e la sicurezza dal Prefetto Vincenzo D’Antuono, in coincidenza del quale la nutrita rappresentanza di ultras si è presentata con lo striscione dell’ultimatum.

Tra questi anche Federico, il fratello minore di Domenico e dell’altro ‘gemellone’, Antonio, il vero obiettivo dei sette componenti dello squadrone di Ciarelli, e Mimmo Nobile, storico capo dal passato movimentato dei Rangers: è stato quest’ultimo ad annunciare al sindaco Mascia e al presidente della Provincia Testa che domenica mattina ci sarà una grande manifestazione proprio in piazza Italia. Popolare, si, capace di riunire centinaia di cittadini indignati, ma anche tifoserie di altre città, e le premesse non sono delle migliori. Non confortano neanche le parole utilizzate dal comunicato ufficiale diffuso dai Pescara Rangers 1936: “Non possiamo permetterci di far finta di niente, non possiamo permetterci di perdere il nostro territorio: per troppi anni hanno fatto il porco del comodo loro, ora li dobbiamo cacciare via tutti, ora devono sparire. Abbiamo deciso di invitare tutta la cittadinanza in piazza, dove devono essere presenti tutte le istituzioni, perché altrimenti ci vediamo costretti ad agire come sappiamo fare e come meglio ci riesce. Abbiamo un fratello da vendicare, o li fate sparire voi o ci pensiamo noi”.

La città in piazza: domani i funerali, domenica la manifestazione. “Lunedì forse è meglio di domenica”. Ha provato a trattare con gli ultras il sindaco, a tutela dell’ordine pubblico che potrebbe tremare dinanzi ad un’assemblea di rigantemimmonobile“1000-1500 persone”; ma Mimmo Nobile, uno dei capi della Curva Nord ha risposto fermamente: “L’invito alle istituzioni è stato fatto, se saranno presenti è bene ma noi la faremo domenica perché il problema è di tutta la città ed è giusto che venga tutta la città”; l’appuntamento generale è quindi per le 10:00 di domenica davanti al Municipio. Non si sono tirati comunque indietro, Mascia e il presidente della Provincia Guerino Testa, che hanno garantito la loro presenza domenica mattina e ai funerali di Domenico Rigante, fissati per domani alle 15:00 nella chiesa di Villaggio Alcyone. Allo stesso tempo, però, hanno chiesto alla tifoseria e alla città intera di “mantenere la calma e la tranquillità e lasciar affrontare alle istituzioni la situazione con fermezza e determinazione. Le indagini stanno andando avanti e le Forze dell’Ordine assicureranno alla giustizia i colpevoli”. Sarà la cerimonia di domani, pertanto, oltre al doveroso momento del dolore, la prima occasione per osservare il termometro della tensione, quando al corteo funebre parteciperanno famigliari e amici del giovane ucciso, ma soprattutto una folla rabbiosa e indignata.

Alle 15:00 di oggi, intanto è cominciata l’autopsia sulla salma di Rigante. Il pm che sta coordinando il caso, Salvatore Campochiaro, ha affidato stamani l’incarico per l’esame autoptico a Giuseppe Sciarra e ha anche incaricato come consulente il perito balistico Gaetano Rizza, del Gabinetto interregionale della polizia scientifica di Ancona, uno degli esperti arrivati a Pescara nei mesi scorsi a seguito del delitto di Italo Ceci, l’ex componente della banda Battestini ucciso in pieno centro.

Mascia: Pescara città tranquilla, no al far west. “La violenza non deve generare altra violenza, oggi siamo chiamati tutti al senso di responsabilità, alla ragionevolezza, per il bene di Pescara”, ha sottolineato il sindaco Albore Mascia dopo aver incontrato Prefetto e forze dell’ordine al tavolo per l’Ordine e la sicurezza, per poi proseguire, “comprendo la rabbia, comprendo il dolore, comprendo il senso di impotenza dei familiari e degli amici del giovane ucciso, ma ritengo importante comunque lanciare un appello: dobbiamo evitare contrapposizioni”. Predica a gran voce la calma, il sindaco: “Sul territorio non c’è un clima di faide e ritorsioni, non dobbiamo alimentare tali sentimenti, perché se passasse tale idea, ci addentreremmo in un vicolo cieco, senza uscita”, afferma, e poi ribadisce, “a Pescara si sono sicuramente verificati episodi che devono destare attenzione, ma resta una città tranquilla”. Il sindaco ha poi garantito il totale impegno delle forze dell’ordine, rimarcando ancora una volta il bisogno di rinunciare ai sentimenti vendicativi: “Non molleremo di un centimetro e domenica ascolteremo la voce della città, alla quale assicuriamo fermezza verso chi si macchia di reati inauditi, come l’assassinio di un giovane di 24 anni, e contro chi delinque in genere, imponendo il rispetto delle regole e punendo chi le viola. Ma ancora una volta rivolgo a tutti il mio appello alla ragionevolezza, Pescara non può trasformarsi in un Far West”

Funerali sabato, la bara allo stadio Adriatico. E’ stato rinviato a sabato il funerale, inizialmente previsto per domani, per poter permettere un saluto più caloroso  a Domenico Rigante. Da domani mattina, alle 9, sara’ aperta la camera ardente all’obitorio dell’ospedale di Pescara dove e’ in corso attualmente l’autopsia e dove cresce a dismisura la folla di tifosi che giungono per stare al fianco della famiglia Rigante. Sabato verso le 14 la bara lascerà l’ospedale per raggiungere lo stadio Adriatico e attraversare la curva Nord, per poi raggiungere l’abitazione di Rigante e infine la chiesa di Villaggio Alcyone, dove entrerà portata a spalla dai compagni.

Mascia: nomadi in città per scelte scellerate ma fuori da tessuto economico. “Per scelte politiche scellerate del passato ci ritroviamo comunque i nomadi nel tessuto sociale della città”, dura l’affermazione del primo cittadino, che sempre in mattinata ha commentato la delicata situazione legata alla presenza a Pescara delle famiglie nomadi ormai stanziali: “perche hanno comunque cognomi italiani, abitano e vivono a Pescara e devono essere tenuti comunque sotto controllo perchè non devono compiere attività criminose”. “Sono stati ammessi nella comunità”, continua Mascia, “perché qualcuno ha dato loro una casa  popolare, dalla quale abbiamo difficoltà anche a mandarli via quando delinquono, e non fanno parte del tessuto economico perchè non producono economia, ora però non possiamo risolvere il problema scatenando la violenza: io non mi iscrivo nel registro di chi è per l’intolleranza e il razzismo, anzi lancio un appello alla ragionevolezza”, ha concluso il primo cittadino.

L’autopsia: ad uccidere Domenico è stato uno choc emorragico addominale. E’ morto per uno choc emorragico addominale Domenico Rigante. Lo ha stabilito l’autopsia, durata tre ore, eseguita oggi pomeriggio all’obitorio dell’ospedale di Pescara dal medico legale Giuseppe Sciarra. Il giovane è stato colpito da un solo colpo di pistola calibro 38 che lo ha raggiunto al fianco destro perforando intestino tenue, diaframma e aorta.

Associazione Romanì: politica mandante morale omicidio. “E’ l’indifferenza politica il mandante morale di questo omicidio”, a rilasciare la dura critica è Nazareno Guarnieri,  presidente nazionale della Fondazione Romanì e dell’associazione abruzzese Ciliclò, espressione della pura dell’etnia nomade dalla quale discendono i rom che dagli anni ’70 risiedono stabilmente a Pescara. Guarnieri a nome dell popolo romanì che da sempre hapreso le distanze dalle frange violente del popolo rom, ha espresso tutta la vicinanza alla famiglia del ragazzo ucciso e condana chiunque possa aver commesso un tale crimine, “ma condanniamo anche l’indifferenza politica”, ha aggiunto nel commento odierno. Fin da ieri, ma il fatto si è ripetuto anche oggi, Guarnieri ha riferito di aver ricevuto numerose telefonate da cittadini rom pescaresi spaventati dalla tensione che si stringe attorno a loro: “La colpa di tutto questo è delle istituzioni e della politicha che per troppo tempo hanno ignorato la possibilità di affrontare la questione con i giusti metodi; noi da novembre abbiamo inviato una lettera alle istituzioni perchè temevamo potesse accadere un fatto grave, ma nessuno intende ascoltare la parte avanzate cultura rom per affrontare un discorso di inclusione sociale”, ha concluso.

 

Daniele Galli

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