Pescara, è scontro sulla tutela dei randagi

Pescara. Tiene banco la polemica tra alcune associazioni che curano i  randagi e l’assessore comunale Diodati sulla gestione da parte del comune della tutela animale.

L’Anta, ieri, ha attaccato il Comune per la mancata assunzione di responsabilità nella cura di cani e gatti liberi, richiamando al rispetto degli obblighi normativi. In risposta, l’assessore Diodati ha evidenziato l’investimento di 70mila euro per diversi progetti sul settore.

Investimenti difesi anche dalla Lega del Cane che, sul sito nazionale dell’associazione, ha pubblicato una nota in cui la definisce “un’iniziativa di civiltà che però viene criticata da membri dell’opposizione e, incredibilmente, da alcune associazioni animaliste, lo stanziamento di 20.000 euro annui per le attività di sterilizzazione, cura e alimentazione dei gatti liberi e/o di colonia, deliberato lo scorso 6 aprile dalla Giunta Comunale di Pescara”.

“Fermo restando l’obbligo della ASL competente per territorio a sterilizzare i gatti senza proprietario”, osserva Piera Rosati – Presidente Nazionale LNDC, “non vedo i motivi per criticare la scelta della Giunta Comunale di Pescara che, anzi, ritengo lodevole. La Legge Regionale 47/2013 prevede che i Comuni possano collaborare con ASL e veterinari liberi professionisti per progetti di sterilizzazione che, sappiamo tutti, è l’unico mezzo davvero efficace per ridurre e prevenire il randagismo felino e canino. Il Comune di Pescara, nella persona dell’assessore Giuliano Diodati, ha dimostrato grande civiltà e rispetto per gli animali al contrario di tante amministrazioni comunali, che, misconoscendo la legge, continuano a emanare provvedimenti discriminatori nei confronti dei pets.”

Ribatte, invece, Gabriele Bettoschi, delegato di Codici Tutela Animali, nota associazione a difesa del cittadino: “Il Comune di Pescara”, afferma in una nota, “continua anche con la contestata delibera di 70mila euro ad ignorare, o comunque sottovalutare gli obblighi che ha in materia. L’Assessorato di Diodati  ha dato ampia prova di mancanza  di progettualità d’intervento e di mal utilizzo di fondi pubblici, con   delibere che sembra più a beneficio di chi gestirà la convenzione che degli animali”.

“Pescara, non è uno dei pochi comuni che sta rispettando la legge semmai è l’unico comune capoluogo  d’Italia”, prosegue Bettoschi, “ ad avere un canile completamente abusivo, privo anche della pur minima autorizzazione igienico sanitaria e sempre più a serio rischio di chiusura così come sta accadendo con il canile sanitario”

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