Roberto Straccia, si attende l’esame del Dna sul corpo ritrovato a Bari

roberto_stracciaQuella che prima era una grande paura, ora si è trasformato in un immenso dolore. E mancano le parole per commentare il triste epilogo di una vicenda che per 24 giorni ha tenuto con il fiato sospeso l’Italia intera. L’immagine di quel ragazzo immortalato dalla videocamera di sicurezza di spalle, intento a fare footing sul lungomare pescarese, rimarrà impressa nella mente di molti.

Di chi lo ha cercato in lungo e in largo, di chi ha seguito la notizia sui media, di chi lo ha atteso invano in piazza, a Pescara, la notte di Capodanno, di chi non ha mai smesso di sperare che quel giovane in pantaloncini rossi e k-way azzurro tornasse indietro. Dai suoi genitori, dalla sua famiglia, dai suoi amici di sempre. E, invece, così non è stato.

Troppi gli indizi che fanno pensare che quel corpo, ritrovato ieri nel mare barese, al largo del quartiere Palese, in zona aeroporto, appartiene proprio a Roberto Straccia, il 24enne di Moresco, in provincia di Fermo, scomparso da Pescara, dove studiava Mediazione Linguistica, il 14 dicembre scorso.

I genitori non lo hanno ufficialmente riconosciuto, ma gli abiti, l’ipod e le chiavi sono indizi che lasciano ben poche speranze. E il dolore si fa ancora più grande, così come cresce il bisogno di assoluto silenzio.

Se ne saprà di più la prossima settimana, quando saranno eseguiti gli esami del Dna, affidati al medico legale Giancarlo Divella. Nel frattempo, la Procura di Bari ha aperto un fascicolo. L’ipotesi di reato è quella dell’istigazione al suicidio, un passaggio meramente “tecnico”, spiegano gli inquirenti. La pista del suicidio, infatti, viene scartata da chi Roberto lo conosceva bene e lo descriveva come un giovane sano ed equilibrato. Nel frattempo, però, emergono particolari legati al passato di Roberto, rivelati sull’edizione barese del quotidiano La Repubblica. Il primo risale al lontano 2004, quando il giovane marchigiano avrebbe ingerito una bibita con l’aggiunta di pesticidi. Voleva forse togliersi la vita? Secondo i familiari no, la bottiglia era già contaminata. E poi ancora nel 2009, quando Roberto, che allora si era già trasferito a Pescara per studiare, si è presentato di notte al pronto soccorso con evidenti segni di colluttazione sul volto. Infine, l’ultimo particolare rivelato dal quotidiano pugliese, relativo ad un sms che Roberto avrebbe inviato ad una ragazza di Moresco esattamente la sera prima della sua scomparsa. Il messaggio era legato ad una presunta lite con uno dei coinquilini, ma ad oggi non c’è traccia di questo sms sul suo telefonino, cancellato insieme a tutti gli altri.

Dopo, il nulla. Buio totale. Cosa sia successo a Roberto è ancora un mistero. In fondo, resta ancora una piccola speranza, seppure molto flebile, che quel corpo non sia il suo. Si resta in attesa dell’esame autoptico e del riscontro del Dna. Nel frattempo, solo il silenzio di un grande dolore.

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