Bussi, supplemento d’inchiesta sulla discarica dei veleni

Bussi. La Commissione parlamentare sulla discarica dei veleni di Bussi sul Tirino annuncia, dopo gli ultimi elementi emersi, un supplemento d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate: ad annunciarlo è stato, questa mattina, il presidente della commissione Alessandro Bratti (Pd).

Bratti ha motivato la decisione “alla luce delle tante novità emerse nel corso dell’incontro che si è tenuto nella sala consiliare di via Caduti sul lavoro a Bussi, soprattutto per dare la mano in un momento delicato come l’attuale”.

“Nelle vicende come questa ci sono sempre due verità”, ha aggiunto Bratti, quella giudiziaria che spetta ai magistrati e quella che va raccontata. Noi proviamo a farlo seguendo step by step quello che sta succedendo. Questo sicuramente aiuta tutti a fare quello che oggi è stato promesso di fare e mi riferisco alla reindustrializzazione del sito, alla gara d’appalto, alla chiusura del quadro conoscitivo e ai compiti che dovrà svolgere l’Arta regionale. Tutte cose che vanno verificate”.

Stamani la commissione ha presentato la propria relazione sulla situazione della bonifica del SIN in un incontro pubblico nella sala consiliare del Comune, di fronte a a una rappresentanza di Senatori e Deputati componenti la Commissione, esponenti del Ministero, Regione col presidente D’Alfonso, il sindaco di Bussi, Arta, Confindustria e sindacati.

A commento della giornata Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo, sottolinea che la reindustrializzazione non può prescindere da scelte di qualità: “Confindustria Abruzzo deve guardare al futuro, a una economia che sia veramente green. Non può continuare a portare avanti un modello industriale ormai a detta di tutti superato, penalizzante e dannoso, come quello che ha determinato il disastro che oggi stiamo vivendo a Bussi e altrove nella regione”.

Luciano Di Tizio, delegato Abruzzo del WWF, ha messo in evidenza invece una dichiarazione fatta da Bratti, che nella sua relazione conclusiva ha insistito sulla necessità di affidare la gestione delle agenzie di tutela ambientale a tecnici, svincolandole dal controllo della politica, sottolineando come da una tale scelta la politica stessa guadagnerebbe in credibilità: “In Abruzzo – sottolinea Di Tizio – si è fatto esattamente il contrario, nominando ancora una volta un direttore scelto per meriti di appartenenza. Nulla da dire sulla persona scelta, che valuteremo sulla base del suo concreto operare, ma resta ancora una volta il vizio di forma di aver scelto un direttore mettendo in secondo piano le competenze tecniche ed eludendo di fatto la legge nazionale che proprio in questi giorni entra in vigore. Purtroppo per la Regione un’altra occasione perduta per cominciare a volare davvero alto”.

“In ogni caso è positivo l’impegno assunto – concludono i rappresentanti di WWF e Legambiente – per arrivare presto a bonifica e reindustrializzazione perché, come più volte sottolineato in questi anni e in attesa che la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila si esprima di nuovo a breve sugli aspetti penali della vicenda, la vera giustizia per i cittadini può essere rappresentata solo e unicamente dalla restituzione di un territorio finalmente libero dai veleni”.

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