Pescara, fulmine incendia soffitta a Villa del Fuoco. Illesi famiglia e 4 studenti

incendiofulminevillettaPescara. Un fulmine squarcia il tetto e le fiamme si propagano nella soffitta sottostante che viene distrutta. Gli abitanti all’interno non si sono accorti di nulla, e solo l’allarme dato dai vicini li spinge a scappare dalla villetta di via Lago di Trasimeno, alle porte di Rancitelli. L’intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio, ma non sono mancate le difficoltà tecniche e i momenti di tensione.

Il violento nubifragio di questa mattina ha lasciato cadere numerosi fulmini su Fontanelle, San Donato e Rancitelli. Uno di questi è caduto su una villetta bifamiliare in via Lago di Trasimeno, in zona Villa del Fuoco, porta sulla Tiburtina per Rancitelli; e forse per questo che poco dopo mezzogiorno Ida Di Nicola, la proprietaria che abita al primo piano della villetta bifamiliare, non ha dato troppa importanza al fragore abbattutosi sopra la sua testa, sul tetto che ricopre la soffitta al secondo piano. Nemmeno i 4 studenti inquilini del piano terra hanno percepito subito il pericolo: “Ci è soltanto scoppiato il modem di internet, ma non abbiamo pensato che il fulmine era caduto proprio qui sopra”, racconta Luigia Biondi. I primi ad accorgersene sono stati i D’Amario, che nella villetta adiacente vivono e lavorano nello studio tecnico di famiglia. L’ingegnere e le due figlie, dal piano terra, raccontano di aver solo sentito “un  botto spaventoso”, al quale è susseguito il tilt di due pc e delle linee elettrica e telefonica. “Ho visto benissimo la saetta passare davanti la balaustra del balcone e poi subito una nube di fumo”, racconta la signora D’Amario che era appostata alla finestra del primo piano a guardare il temporale, “ho avvisato la mia famiglia e siamo scappati”, aggiunge.

Ad incendiarsi sono state le travi di legno che sorreggevano le tegole, mentre il resto delle fiamme sono divampate tra i mobili, gli abiti ed alcuni oggetti depositati nella soffitta. Mentre i D’Amario avvistavano il fumo sul lato nord, i vicini a sud hanno avvistato le prime fiamme e avvertito immediatamente la signora Di Nicola: “Non si era accorta di niente, stava addirittura per accendere il gas e cominciare a cucinare”, racconta una conoscente che da via Salara Vecchia, a 200 metri, ha visto “una nuvola di fuoco alzarsi tra i palazzi”. Ida Di Nicola ha preso i suoi 2 bambini ed ha abbandonato immediatamente la casa insieme ai 4 studenti al piano terra: “Ho preso i miei cani e sono uscita”, racconta ancora Luigia Biondi. Ma dal momento della chiamata ai vigili del fuoco la tensione è cominciata a salire, figlia dello shock e della situazione, così come raccontato dai presenti. I primi ad arrivare sono stati alcuni addetti allo spurgo delle acque, per liberare la stretta traversa di via Stradonetto dall’enorme pozzanghera che la allagava. Alcune automobili parcheggiate hanno complicato le manovre: la pioggia e la foga non hanno contribuito ad accelerarne la rimozione, mentre una Alfa 156 è rimasta lì a causa dell’assenza sul posto del proprietario. Sono intervenuti anche gli uomini della polizia municipale a bloccare il traffico su via Stradonetto e i carabinieri a supervisionare le operazioni, ma l’autoscala e altri 2 mezzi dei pompieri hanno comunque faticato per accedere alla strettoia e compiere la curva a gomito che porta alla villetta incendiata. Ritardi che hanno fatto infuriare un parente dei proprietari, sopraggiunto dopo essere stato allertato, seguito a breve da Romeo Verzulli, il marito di Ida Di Nicola, avvertito dell’incendio pochi minuti dopo aver finito il turno in officina di verniciatura.

Proprio lui, questa mattina prima di uscire, aveva controllato che le finestre della soffitta fossero ben chiuse preoccupato del temporale in arrivo. Mossa che, probabilmente, ha alimentato la camera di combustione: una finestra è infatti completamente esplosa, rimanendo penzolante nel vuoto attaccata ai cardini degli infissi. Il tetto è andato man mano distrutto dalle fiamme, così come gran parte del contenuto della soffitta, ciò che era stato risparmiato dal fuoco è stato allagato dal liquido delle pompe e dalla pioggia battente che ha continuato e continua a scendere sugli ambienti, ormai, a cielo aperto. Per fortuna, nessuno ha riportato danni, ma le due ore di operazione dei pompieri hanno inevitabilmente fatto infiltrare abbondante acqua nell’appartamento dove abita la famiglia Verzulli. “Ora possiamo solo rientrare a recuperare la nostra roba”, spiega affranto Romeo Verzulli; né loro né i 4 studenti potranno rientrare a dormire nella casa appartenente alla famiglia della signora Di Nicola: dovranno aspettare prima i controlli sull’agibilità e sulle reti elettriche della casa, oltre che ripristinare le condizioni di vivibilità. Per i 4 giovani inquilini nessun danno consistente; per la famiglia Verzulli, giovani coniugi con due bimbi, lui operaio e lei in aspettativa, rimanere senza casa, guardaroba e metà di quanto posseduto può risultare un danno incalcolabile, aggravato da una rabbia imputabile solo al cielo.

 

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Il bilancio della città sotto il nubifragio. Acqua alta 15 centimetri in via Marconi, viale Pepe e via Elettra, dove l’intervento dell’Attiva ha “frenato” l’acqua prima che penetrasse nei negozi; momentanei allagamenti si sono verificati presso il sottopasso di San Donato, a ridosso di via Lo Feudo, pochi metri prima del nuovo Tribunale, in viale Pindaro e nel sottopasso di via Orazio. In via Lazio il vento e la pioggia hanno provocato la caduta di un cornicione, mentre un altro fulmine ha fatto saltare le linee elettriche e telefoniche nella parte ovest della città, facendo spegnere anche i semafori. Sette le squadre della Protezione civile comunale, composte da agenti della Polizia municipale, unità della Attiva e dipendenti del servizio manutenzione del Comune, attivate dal vicesindaco Berardino Fiorilli per contenere i danni del nubifragio che ha definito di violenza sempre più tropicale.

 

Daniele Galli

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