Pescara, via Tavo: risorge il parco diventato covo dei “tossici”

Pescara. Partono, dopo anni di abbandono che l’hanno trasformato nel covo dei “tossici” del quartiere, i lavori di riqualificazione del Parco dell’Infanzia, area verde che si trova su via Tavo, proprio di fronte al Ferro di Cavallo di Rancitelli.

“Parliamo di un parco a cui abbiamo dedicato un’attenzione particolare – dice l’assessore al verde Pubblico Laura Di Pietro – perché era chiuso da 7 anni, perché si trova di fronte al Ferro di Cavallo e perché da territorio abbandonato era diventato covo di vandali e tossicodipendenti, tant’è che alla fine abbiamo deciso di chiuderlo, specie quando l’ultimo atto di vandalismo ha distrutto la struttura che la Regione aveva realizzato qui anni proprio per restituire alla zona un luogo di aggregazione. Ma non ci siamo arresi, anzi, grazie proprio alla collaborazione con le associazioni abbiamo lavorato assiduamente per rimetterlo in piedi, un passo per volta, convinti che per ridare vita a quel parco avremmo dovuto condividere tutte le fasi con i residenti”

“Ora siamo pronti a dare il via ai lavori che”, prosegue l’assessore “al più tardi in primavera, vedranno la realizzazione del campo di calcetto che ci ha chiesto la gente della zona, di panchine e giochi, di una nuova rete di protezione. Bonificheremo e rifaremo infine tutto il manto erboso: un progetto da 53mila euro, provenienti in buona parte dai proventi assicurativi riscossi dall’ente a causa degli atti vandalici subiti dal parco. Abbiamo tempi stretti, perché si torni a parlare di questa area e lo si faccia come luogo della gente di quartiere e non come covo del disagio e del degrado”

 

A contribuire alla “risurrezione” del parco una rete di associazioni: Caritas e Movimentazioni. “Oggi ci piacerebbe che sul parco passasse anche la notizia positiva della riqualificazione – spiegano Luigina Tartaglia e Barbara Magliani – Con don Ciotti ci siamo impegnati perché attraverso l’approccio diffuso e di strada e animazione ci fosse un orizzonte nuovo. Quando siamo arrivati c’era un grande senso di sfiducia e di abbandono. Il parco veniva considerato come qualcosa di estraneo, non proprio dalla gente che ci viveva intorno. Con il nostro lavoro li abbiamo ascoltati tutti e abbiamo cercato di capire cosa volessero per il parco. Così oggi viene rispettato e custodito, perché sia  restituito ai bambini e agli anziani. Oggi non ci sono più siringhe e non ci entra più nessuno per bucarsi. E’ stato importante anche tenere il parco chiuso. Quando è aperto è sintomo che è vivo, sorvegliato e sicuro. Il processo è ancora lungo, ma stiamo lavorando perché i residenti venissero e si occupassero del parco, questa cosa sta accadendo, tanti hanno dato la propria disponibilità. Ci siamo ogni mercoledì con laboratori e attività, abbiamo trascorso lì tutta l’estate, ci abbiamo fatto murales, anche strutture di arredo con l’Università e a giorni come Caritas ci metteremo un abete molto grande da decorare con residenti e bambini per Natale”.

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