Pescara, truffa al mercato ittico. Arrestate 7 persone: c’è anche un dipendente comunale

pescara_mercato_pescePescara. Un dipendente comunale e sei commercianti del settore ittico di Pescara sono stati arrestati questa mattina, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale, dai carabinieri della compagnia di Pescara e dal personale della squadra mobile per una truffa messa a segno al mercato ittico all’ingrosso del capoluogo adriatico sulla quale le forze dell’ordine indagavano da alcuni mesi.

L’importo della truffa per le cassette di pesce che sono misteriosamente sparite durante le vendite all’asta all’interno del mercato è di 97 mila euro solo per gli anni relativi al 2010 e al 2011, ai danni dei pescatori che mettevano in vendita il prodotto ittico, del Comune e dello Stato. Il dipendente di palazzo di città avrebbe favorito alcuni commercianti, durante le operazioni di vendita all’asta del pesce, assicurando prezzi di favore. L’uomo, indagato da tempo, è finito in carcere, gli altri agli arresti domiciliari. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Il dipendente pubblico dovrà rispondere anche di peculato e falsità ideologica.

Nello specifico i commercianti coinvolti nella vicenda riuscivano ad avere o il pesce completamente gratuito o di qualità pregiata al prezzo di quella scadente. La truffa avveniva attraverso la modifica o la cancellazione del numero delle cassette vendute all’asta,della tipologia del pescato, del prezzo di vendita di ogni cassetta, del prezzo totale dovuto all’armatore, degli importi dovuti al Comune. In particolare le cancellazioni riguardavano le cassette di pesce pregiato mentre le variazioni il peso delle cassette. Inoltre mediante l’alterazione del software di gestione delle aste gli operatori del mercato ittico indagati riuscivano a non far contabilizzare l’importo relativo ad una o più cassette di pesce, che invece risultavano inserite nel relativo elenco. L’ammontare totale della truffa, che secondo gli investigatori va avanti da diversi anni, e’ in fase di quantificazione da parte di un consulente tecnico nominato dalla procura di Pescara. La somma relativa al 2010 e’ invece di 100 mila euro. I carabinieri sono risaliti alla truffa analizzando gli strumenti telematici utilizzati durante le aste del pesce e i documenti contabili, e attraverso l’attività’ di intercettazione telefonica condotta dalla squadra mobile. Il comandate dei carabinieri di Pescara Marcello Galanzi ha sottolineato il ruolo del dipendente del Comune, Antonio Ciriaco, che dal ’91 si occupa del mercato ittico in qualità di terminalista. ‘ Ciriaco – ha detto il comandante – era considerato un’ autorità e come tale si comportava. Tutti – ha proseguito – si fidavano di lui, in particolare gli arrestati.
Il dipendente comunale – ha sottolineato – era il padrone incontrastato e faceva il bello e il cattivo tempo’.
L’ordinanza di custodia cautelare a carico dei sette arrestati e’ stata emessa dal gip del tribunale di Pescara Guido Campli su richiesta del pm Silvia Santoro.

Gli arrestati.

In manette sono finti: Antonio Ciriaco, dipendente del Comune di Pescara; i commercianti Gabriele Romano, 50 anni, pescarese; Stefano Troiano, 36 anni, pescarese; Giovanni Memmo, 50 anni, di Silvi Marina), Giancarlo Ciroli, 49 anni, di Francavilla al Mare, Gabriele Di Sante, 58 anni, di Silvi Marina, Angelo Bonetti, 55 anni, pescarese, titolare di un ristorante. Oltre agli arrestati l’inchiesta conta altri tre indagati: un commerciante e due addetti della società che si occupa del software. Le indagini dei carabinieri e della squadra mobile di Pescara sono partite nel marzo scorso a seguito di due denunce presentate dal Comune di Pescara e da alcuni armatori, che da un attento esame di alcuni documenti contabili si erano accorti di una serie di irregolarità che favorivano i commercianti indagati. A farne le spese i pescatori, lo Stato e il Comune.  Stando agli accertamenti i carabinieri hanno rilevato che il personale addetto alla gestione delle aste ha messo in atto diverse condotte illecite per consentire ai commercianti indagati di acquistare rilevanti quantità di pesce pregiato a costi nettamente inferiori a quelli di mercato.

Il commento del sindaco. “Alle Forze di Polizia va il plauso e il ringraziamento dell’amministrazione comunale per la celerità con la quale sono state condotte le indagini tese all’accertamento della verità, una celerità che appena una settimana fa era stata sollecitata anche dagli stessi operatori portuali che hanno sporto denuncia. Ora attendiamo di seguire gli ulteriori sviluppi del ‘caso’ che dovranno condurre al pieno risarcimento di coloro che sono stati gravemente danneggiati”. E’ il commento del sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia all’esito dell’operazione odierna condotta congiuntamente da Carabinieri e Squadra mobile e che ha portato anche all’arresto di un dipendente comunale.

“Ovviamente la vicenda lascia tanta amarezza in seno al governo cittadino – ha detto il sindaco Albore Mascia – ed è ovvio che attenderemo gli ulteriori sviluppi del ‘caso’ che vede coinvolto un dipendente comunale che andrà in pensione per raggiunti limiti di età il prossimo primo luglio e che dallo scorso primo giugno era in ferie prepensionamento. A denunciare la vicenda mesi fa era stata la stessa amministrazione comunale, attraverso l’assessorato al Commercio di Stefano Cardelli e al Direttore dello stesso mercato ittico, che, in seguito alle segnalazioni di alcuni armatori, avevano chiesto alle Forze dell’Ordine di fare luce su alcune mancate corrispondenze tra il pesce pescato e quello venduto con relative incongruenze sulle fatturazioni che, se confermate, accerterebbero un danno non solo per gli operatori privati, ma anche per le stesse casse comunali”.

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