Lavori post-terremoto, Ance: “Nel pescarese scuole a rischio declassamento”

Si sono svolti ieri altri due incontri con i Comuni nell’ambito della Campagna “Obiettivo ComunE” promossa
dall’Ance Pescara per monitorare lo stato di salute delle infrastrutture e del patrimonio immobiliare pubblico, al fine di garantire la sicurezza, intercettare i canali di finanziamento e muovere un’azione coordinata tra le amministrazioni degli enti locali per il territorio.

“Dal colloquio con i Sindaci di Tocco da Casauria e di Torre dei Passeri, Riziero Zaccagnini e Piero Di Giulio”, riferisce Marco Sciarra, Presidente Ance Pescara, “è emerso un elemento sul quale siamo chiamati a riflettere con molta attenzione: i progetti di demolizione degli edifici ritenuti pericolosi e spesso già dichiarati inagibili vengono spesso respinti dal Governo con una diminuzione dell’intervento che, così, da demolitivo diventa spesso di solo miglioramento o al massimo di pseudo-adeguamento sismico”.

“Viene spontaneo da rilevare”, prosegue il presidente provinciale dell’Associazione nazionale costruttori edili, “che di fronte ai fatti di cronaca che ci rimandano i crolli di qualche edificio, le indagini che poi vengono aperte su chi non ha fatto il proprio dovere, se il Comune o il costruttore, partono già monche di una verità che va cercata a monte del percorso, e non già nel suo mezzo o addirittura a valle. Le scuole sulle quali è stata riscontrata una grossa criticità strutturale e per le quali è stato redatto un progetto di demolizione, come parte del plesso di 8 corpi di Torre dei Passeri e la scuola Stromei di Tocco, sono solo l’esempio di altre centinaia di scuole del nostro Paese: rischiano di essere declassate come già accaduto ad altre negli anni scorsi.

Secondo Sciarra, “al costruito ad oggi è per il 35% da demolire, sono dati. Ma v’è di più. Abbiamo belle case ma senza strade, luci, marciapiedi e via dicendo. I servizi essenziali. Una delle strade di accesso a Tocco, per fare un esempio, sta scendendo a valle e forse verrà addirittura chiusa condannando all’isolamento intere aree abitate”.

Per il rappresentante del comparto edile, “La soluzione c’è, ed è una normativa nazionale che intervenga in materia. Ad oggi si continua a procedere senza senso con bandi e gare assegnando risorse al più bravo, invece che intervenire in base ad un criterio di emergenza. Il Governo deve preparare invece un programma pluriennale di finanziamento che faccia partire oggi un cantiere che non si ferma più per i prossimi venti anni. Ed è per questo
deve stanziare una somma importante e di lunga durata, da assegnare man mano secondo l’ordine di emergenza degli edifici strategici: per primi gli edifici maggiormente in pericolo e via di seguito a scalare, fino all’ultimo”.

(foto di repertorio)

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