Pescara, pretende 50mila euro per cambiare testimonianza: arrestato imprenditore

Pescara. Voleva 50mila per modificare la propria testimonianza a favore di un procuratore speciale parte in un procedimento penale pendente al Tribunale di Pescara e, per ottenerli, in più circostanze ha inviato un proprio collaboratore nel luogo di lavoro della vittima affinché insistesse con le richieste di pagamento. Per questo, un imprenditore 70enne, G.M., residente a Penne, in contrada San Pellegrino, è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Pescar.

I militari dell’Arma hanno contestualmente applicato al suo complice, A.F, 50enne di Loreto Aprutino, la misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione ed ai luoghi di lavoro della parte offesa, al termine di un’indagine avviata a seguito della denuncia-querela presentata dalla vittima ,vessata da continue e reiterate richieste di denaro.

La vicenda trae origine dalla precedente attività lavorativa della parte offesa, già procuratore speciale per conto di un’impresa di costruzioni con mandato per la vendita di appartamenti, incarico dal quale era stato estromesso per pregresse divergenze, impiego dal quale era derivato un contenzioso per una presunta appropriazione indebita di denaro di cui la stessa parte offesa del tentativo di concussione era stata accusata dall’azienda proprio in base alla testimonianza, di dubbia veridicità, dell’imprenditore arrestato, anch’egli con questa in rapporto di collaborazione imprenditoriale.

La vittima ha riferito delle continue pressioni ricevute da parte del 50enne di Loreto, per conto dell’imprenditore, affinché elargisse 50mila euro. In quel caso avrebbe ritrattato la precedente dichiarazione, falsamente attestata dietro presunte pressioni di altri rappresentanti dell’azienda, documentando peraltro uno degli incontri con una registrazione audio di sicura valenza probatoria.

L’indagine, sviluppata anche con attività di intercettazione telefonica ed ambientale, ha consentito di riscontrare quanto denunciato documentando come l’imprenditore abbia sollecitato più volte il proprio complice a recarsi presso il bar di cui la vittima, impiegato pubblico, è co-titolare, per reiterare la pretesa estorsiva, dimostrandosi nel tempo pronto ad accontentarsi anche di un assegno post datato per un pagamento rateizzato.

I tentativi di estorsione sono andati avanti nel tempo anche a causa dei rinvii delle udienze (la prossima è il 10 novembre).

Il 70enne, accusato di tentativo di concussione e non di tentata estorsione per la sua qualità di testimone in unprocedimento penale, è agli arresti domiciliari.

 

 

 

 

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