Ospedale Pescara, esposto alla Corte dei Conti per l’affitto della macchina per l’esame PET

Pescara. Un’esposto alla Corte dei Conti per accertare se ci siano stati danni erariali della Asl di Pescara  relativi al contratto di locazione per il macchinario diagnostico PET/CT: a presentarlo sarà il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Domenico Pettinari che, ad oltre un anno dalle due interrogazioni regionali che hanno portato alla luce l’annosa questione del macchinario, torna a chiedere spiegazioni sulle proroghe d’affitto che costano alla collettività ben 4214 mila euro a seduta giornaliera.

Sono circa 14 i pazienti che ogni giorno si sottopongono all’esame, utilizzato soprattutto in campo oncologico, che si basa sulla somministrazione di radiofarmaci per via endovenosa, al fine di individuare precocemente i tumori e valutarne la dimensione e la localizzazione. “Questa strumentazione, però, la Asl non l’ha mai acquistata”, afferma Pettinari, “al contrario per 7 anni ha preferito pagare ad una ditta esterna un contratto d’affitto molto oneroso, quasi 4214 mila euro ad utilizzo giornaliero, spendendo circa 1,2 milioni di euro all’anno”.

A Ottobre 2014 Pettinari interrogò la Regione presentando un’interpellanza in Consiglio regionale e denunciò pubblicamente quello che aveva tutta l’aria di essere un enorme spreco di denaro pubblico: “Solo dopo la denuncia pubblica del M5S”, prosegue Pettinari, “la Asl ha indetto la Gara d’appalto per la fornitura dell’apparecchiatura che è stata aggiudicata il 25 gennaio del 2016, ad un costo complessivo di 2 milioni e 510mila euro. Ma ad oggi pare che invece di procedere con l’acquisto del macchinario si continui con una serie di proroghe per il contratto d’affitto. L’ultima pare prolungare l’accordo fino a dicembre 2016″.

 

“Come se non bastasse il costo oneros”, continua il grillino, “l’apparecchiatura mobile PET/CT presente presso l’Ospedale di Pescara è allocata all’interno del rimorchio di un camion parcheggiato nell’area interna dello stesso presidio e non dentro la struttura, dunque il paziente che viene sottoposto all’esame, dopo essere stato iniettato con il Radiofarmaco, deve salire dal piano interrato al primo piano, transitando vicino ad altri pazienti, personale medico ed utenti nella sala d’attesa, ed anche accanto al box informazioni, dove sono presenti giornalmente le ragazze per l’accoglienza; tutti perciò in costante pericolo di contaminazione da radiazioni. Il paziente deve poi proseguire il percorso all’esterno della struttura, perciò nei mesi invernali al freddo,  dove il camion è posizionato. Questo comporta non poche violazioni alle norme di sicurezza poiché il paziente che usufruisce della terapia si trova a contatto con altri portatori di diverse patologie. L’Acquisto del macchinario, dunque, oltre che per un risparmio sostanziale è indispensabile anche per garantire ai pazienti un percorso di radioprotezione nel pieno delle norme vigenti perchè verrebbe installato nel reparto di medicina nucleare.” conclude Pettinari.

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