Pescara, narcotizza e rapina conoscente che finisce in coma: ragazza nei guai

Pescara. Narcotizza un conoscente e quando lui perde i sensi, con l’aiuto di due complici, lo rapina: ad ideare il piano criminale è stata una 19enne di Pescara, nei guai insieme agli altri due. L’uomo è finito in coma, ma fortunatamente si è ripreso. A ricostruire quanto accaduto sono stati gli uomini della squadra Mobile della Questura. I tre sono indagati.

L’episodio risale allo scorso 14 settembre, quando in ospedale è arrivato in coma un 54enne pescarese, trovato dal 118 privo di sensi in auto e soccorso dal 118. L’uomo risultava gravemente intossicato da benzodiazepine, principio attivo di alcuni potenti psicofarmaci somministrabili unicamente su ricetta medica specialistica.

Dopo essersi ripreso, è stato lo stesso 54enne a raccontare ai poliziotti di essersi sentito male dopo aver bevuto una coca cola dallo strano sapore, acquistata in un fast food di Montesilvano dove era andato a cena con una conoscente di 19 anni. Dopo cena, mentre stavano rincasando, la ragazza gli aveva chiesto di finire di bere la sua coca cola, con  il pretesto di non volerla sprecare. Pur sentendo un sapore strano, l’uomo aveva bevuto la bibita ed aveva perso i sensi.

L’attività investigativa intrapresa dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pescara ha permesso di accertare che, quella notte, al malcapitato era stato sottratto il portafogli con i documenti, 70 euro in denaro contanti e due tessere bancomat con le quali, a breve distanza di tempo, erano stati effettuati due prelievi fraudolenti per un ammontare di 380 euro.

Gli investigatori, quindi, sono riusciti ad itentificare l’autore dei prelievi, un pescarese di 29 anni, il quale, messo alle strette, ha confessato di aver escogitato il piano assieme alla giovane, con la quale aveva una relazione, e ad un altro complice, di 35 anni. Il piano prevedeva che la 19enne, dopo aver chiesto al suo conoscente di offrirle un panino ed una bibita, gli avrebbe somministrato di nascosto lo psicofarmaco, allo scopo di sottrargli il portafogli e derubarlo. Infatti, dopo che la vittima aveva perso conoscenza, la ragazza aveva chiamato i due complici, assieme ai quali avevano effettuato i prelievi fraudolenti.

Una perquisizione domiciliare effetuata subito dopo la confessione, ha consentito ai poliziotti di sequestrare a casa della 19enne un flacone di medicinale contenente benzodiazepina, normalmente utilizzato dalla madre della ragazza.

Il Gip  del Tribunale, su richiesta del Pm, ha applicato la misura cautelare dell’obbligo di dimora a carico della giovane, con prescrizione di non uscire nelle ore notturne, e la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per 35enne, mentre nessun provvedimento cautelare è stato emesso a carico del reo-confesso in ragione della collaborazione forntita agli inquirenti.

Nel suo provvedimento il giudice ha sottolineato il ruolo preminente della 19enne nell’ideazione e realizzazione del piano criminoso, stigmatizzando l’indole delinquenziale dei tre complici che hanno esposto la vittima a rischi notevoli, con danni fisici che avrebbero potuto essere anche irreversibili, oltre al fatto che i predetti hanno messo in pericolo anche l’incolumità pubblica, visto che la vittima ha assunto lo psicofarmaco mentre stava guidando.

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