Pescara, licenziato il vigile assenteista: pesca e slot-machine durante il servizio

Pescara. Dopo l’arresto e l’inchiesta per truffa pluriaggravata, il Comune licenzia il vigile assenteista: immortalato dalla Finanza mentre andava a pesca o a giocare alle slot machine.

Era il 20 luglio quando Pasquale Solari, 61enne maresciallo della polizia municipale di Pescara, veniva arrestato dalla guardia di finanza per truffa pluriaggravata, dopo essere stato pedinato per due mesi e fotografato mentre, dopo aver timbrato il cartellino, se ne andava a pescare in barca al mare o a giocare alle slot machine in bar e sale da gioco.

Secondo i tabulati raccolti dalle fiamme gialle, Solari era sempre in servizio, dal lunedì al sabato, per l’intero turno lavorativo, ma solo sulla carta perché, durante tutto il periodo di monitoraggio, non ha dedicato alla propria attività lavorativa neanche un’ora del proprio tempo, pur avendo regolarmente indicato la propria presenza sul lavoro tanto da conseguire l’intero stipendio mensile, con salario base di 1600 euro. Inoltre, secondo l’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria, non timbrava nemmeno il badge personale presso la sede del Comando di via del Circuito come imposto da disposizione di servizio, ma preferiva il palazzetto dello sport di via Elettra o l’ex Aurum, senza scomodarsi nemmeno di indossare la divisa di ordinanza, preferendo una più comoda tuta da ginnastica per dedicarsi sistematicamente alle più piacevoli e meno faticose attività di natura personale e privata.

Ora, però, dopo aver condotto un’indagine disciplinare, dal Municipio è partito il più pesante dei provvedimenti. Una lettera datata ieri, firmata dai dirigenti  del settore Risorse umane, ha comunicato a Solari che “l’ufficio per i procedimenti disciplinari dell’Ente ha disposto l’irrogazione della sanzione del licenziamento senza preavviso”, ai sensi del decreto legislativo 156/2001 e del Regolamento di disciplina del Comune. A partire da oggi, quindi, il vigile assenteista “non è più alle dipendenze dell’Amministrazione”, conclude la lettera di licenziamento.

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