Pescara, i fanghi del porto in una discarica abusiva: sequestrato impianto a Moscufo

dragaggioPescara. Sarebbe stata ritrovata a Moscufo una discarica abusiva nella quale sarebbero stati trasportati e interrati i fanghi derivanti dal dragaggio del porto di Pescara. L’impianto e’ stato sottoposto a sequestro ieri pomeriggio dai carabinieri.

Sono stati i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati dal Capitano Enzo Marinelli, a porre sotto sequestro nel pomeriggio di ieri sia l’area nel Comune di Moscufo che i camion utilizzati per il trasporto dei fanghi. L’operazione e’ scattata quando i militari della compagnia di Loreto Aprutino hanno notato un sospetto andirivieni di camion nell’impianto moscufese di recupero dei rifiuti da inerti da demolizione e terre da scavo. Gli agenti dell’Arma hanno fermato uno dei camion e poco dopo il personale del Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Pescara e’ intervenuto sul posto verificando che il mezzo aveva trasportato e scaricato nell’impianto di Moscufo dei fanghi prodotti dal dragaggio del porto di Pescara, dove la ditta belga Nicolaj sta operando da mesi il travagliato escavo di limo dai fondali del canale.

I militari hanno proseguito gli accertamenti e scoperto che nell’area dell’impianto era stata realizzata una buca della capienza di almeno 400 metri cubi nella quale sarebbero stati scaricati i fanghi del dragaggio che poi sarebbero stati miscelati e ricoperti con terra o sabbia grazie ad una pala meccanica. Non essendoci corrispondenza tra l’area autorizzata e quella effettiva l’impianto e il camion sono stati sottoposti a sequestro preventivo per realizzazione di discarica abusiva e inosservanza delle prescrizioni imposte dall’autorizzazione.

Ad alimentare, in questi mesi, la polemica sul dragaggio è stato proprio il livello di inquinamento dei fanghi estratti; per cui se allo scarico abusivo è collegato un inopportuno trattamento dei materiali si andrebbe incontro ad un elevato rischio ecologico.

L’addio di Goio, Cna: “Il balletto delle responsabilità continua a frenare il dragaggio”. Si dice sconcertata la Cna provinciale nell’apprendere dagli organi di stampa della rinuncia all’incarico di commissario straordinario per il dragaggio annunciata da Adriano Goio. “Eppure”, attacca la Cna pescarese, “attorno al nome dell’attuale commissario per il bacino dell’Aterno-Pescara era stata espressa unanimità da parte dei diversi attori istituzionali chiamati al capezzale di un porto che è stretto nella morsa del fango”  Dopo la ritardata nomina nella formalizzazione del suo incarico, la Cna critica  “questo bel risultato: nessuno sa adesso a chi affidare il coordinamento di lavori che, dopo un primo intervento su quantità ridotte, stentano adesso a ripartire per la rimozione e lo smaltimento della massa fangosa più consistente. Sempre che a questo si arrivi prima che le strutture portuali entrino in crisi definitivamente”. La Cna pescarese rivolge, infine, un appello al prefetto, Vincenzo D’Antuono, “affinché metta al servizio della vicenda la sua paziente opera di mediazione e di ricucitura delle diverse responsabilità di enti e istituzioni”.

Il commento del presidente della Regione Gianni Chiodi: “L’ordinanza è insufficiente. Ora basta!”. Un incontro urgente con il Capo Dipartimento della Protezione Civile e con i ministri delle Infrastrutture e dell’Economia, per discutere delle problematiche del porto di Pescara, dopo la paventata rinuncia all’incarico del commissario Goio. A sollecitare l’incontro è il presidente della Regione, dopo la lettura dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio che di fatto non consente al commissario di operare e risolvere tutti i problemi. “Il porto di Pescara” ha detto Chiodi “è uno scalo marittimo di rilevanza nazionale e per questo credo che le risorse dovrebbero essere a carico dello Stato. La Regione ha stanziato fondi, pur non avendone l’obbligo, perché crede fermamente nella valenza strategica del porto stesso. E’ per questo che chiedo un atto di responsabilità da parte dei ministeri competenti, per dare risposte concrete e risolvere un problema di grande rilevanza per la Regione Abruzzo”. I fondi stanziati (circa 4 milioni di euro) servono esclusivamente ad ultimare una parte delle operazioni di dragaggio e non sono sufficienti a procedere all’individuazione ed alla relativa progettazione degli interventi strutturali ritenuti fondamentali per il definitivo superamento delle problematiche relative all’interrimento del porto di Pescara.

 

Daniele Galli


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