Pescara, fogne in mare: il caso in Parlamento

Pescara. Il mare inquinato e il “mistero” dell’ordinanza sul divieto di balneazione non resa operativa dal sindaco Alessandrini nell’estate 2015 finisce in Parlamento.
Il Capogruppo alla camera di FdI-An, Fabio Rampelli, ha interrogato il Ministro dell’Ambiente e il Ministro della Salute sui fatti avvenuti a Pescara nel luglio 2015, quando la rottura della condotta fognaria di via Raiale causò lo sversamento in mare di trenta milioni di litri di feci e liquami. Nella interrogazione, a risposta scritta, l’Onorevole Rampelli, prendendo lo spunto dagli esposti presentati alla Procura della Repubblica, dalla federazione provinciale di FdI-An Pescara, riepiloga tutti i fatti avvenuti e le gravi omissioni che hanno minato la salute pubblica dei cittadini che, ignari, si sono bagnati nella acque inquinate davanti la costa pescarese.
La interrogazione si conclude, riportando l’attenzione all’attualità ricordando che, ” le cronache degli ultimi giorni sono tornate con insistenza sulla questione dell’inquinamento del mare nel tratto di costa antistante Pescara anche a causa del decennale malfunzionamento del depuratore, che avrebbe fatto si che le acque nere di fogna, di centottantamila persone dirette allo stesso, siano state deviate direttamente nel fiume per preservare il depuratore che, in presenza di una portata superiore a quella per cui è stato progettato, e, quindi soprattutto al verificarsi di forti piogge potrebbe corrompersi ed essere messo fuori uso per mesi”
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