Pescara, l’ultimo saluto a ‘Zito’

 

funerale_zitellaPescara. Una folla enorme si è raccolta per dare l’ultimo saluto a Marco Zitella, il diciassettenne morto lo scorso martedì all’ospedale di Pescara, dopo il tragico schianto a bordo della sua moto contro un camion a Loreto Aprutino. Tantissimi i ragazzi presenti, che con ‘Zito’ condividevano le giornate tra i banchi dell’Itis Alessandro Volta, sui campi della Virtus Basket o semplicemente nei momenti vissuti da ogni ragazzo di 17 anni. Una palla da basket, la sua divisa con il n° 10 e un tappeto di rose bianche hanno accompagnato Marco nella sua ‘ultima trasferta’.

Marco viveva a Montesilvano, ma la cerimonia è stata celebrata a Pescara, nella zona dove abitano i nonni, nella parrocchia di San Luigi: il santo protettore dei giovani. Stracolma la chiesa, il sagrato e il parco antistante, dove tantissime persone si sono assiepate ad ascoltare la messa nonostante la pioggia. All’arrivo della bara bianca, il padre Tony sostiene e si sostiene nell’abbraccio con la moglie Sandra e l’altro figlio Luca. Per stare accanto  a Tony, giornalista di Tv6, sono arrivati tanti colleghi, ma oggi i microfoni sono spenti e le telecamere non riprendono. Presenti anche vari esponenti della politica e delle istituzioni locali.

Per Marco, invece, ci sono loro: le tute rosse della Virtus Montesilvano Basket che sulla bara hanno messo la canotta e il pantaloncino bianco con il n° 10, e deposto ai suoi piedi un pallone e lo striscione “Zito, per sempre uno di noi”. Ed è il capitano dell’under 19, che a nome di tutti i suoi compagni e del coach (con la a aperta, come lo pronunciava Marco) lo ricorda dal microfono dell’altare prima della celebrazione: “Il tuo sorriso, le tue lotte sotto la retina, le tue parabole imprendibili, ti ricorderemo sempre per questo”, dice tra le lacrime, “Ti ricorderemo sempre per tutti i momenti passati insieme, per quello che eri: un amico sul quale si poteva sempre contare per confidarsi e per ricevere un abbraccio di conforto. Se non ci sei più vuol dire che qualcuno lassù ha bisogno di te. Un giorno ci rivedremo per una partitella: buon viaggio Zitellò, arrivederci, la tua under 19”.

Ci sono i compagni della IV A Elettronica dell’Itis Volta: “Oggi il tuo banco è rimasto vuoto per il terzo giorno, ma non hai fatto filone”, prova a dirgli il ragazzo che porta lo stendardo della scuola listato a lutto, “Eri un gigante buono, umile con tutti, sempre li a farci da scudo. Ma la tua scomparsa non è stata vana: ci hai fatto capire che la vita è appesa un filo e che dobbiamo tenercela stretta”. E pronunciando tutti i nomi di chi passava ogni mattina con lui, lo saluta coralmente: “Ti porteremo per sempre con noi, un pezzettino ciascuno, i nostri cuori saranno grandi anche per un gigante come te: ciao, la IV A Elettronica non ti scorderà mai”.funerale_zitella_striscione

Parenti, amici, professori, anche gli atleti più piccoli della Virtus, che ha annullato tutte le partite in programma, assistono in triste silenzio alla messa celebrata da Don Francesco Santuccione. Un primo applauso accompagna la bara mentre esce dalla chiesa, portata a spalla dagli amici: il capitano gli sussurra: “Dai Zito, l’ultima trasferta”. Un altro, più forte, scrosciante, segue l’ultima preghiera del sacerdote, prima che il corteo si avvii verso il cimitero dei Colli. Poi gli amici più cari poggiano sulla bara una rosa bianca a testa, ognuna riportante il nome degli amici che Marco continuerà ad avere. La squadra si stringe in cerchio sul n° 10 e urla il nome di Zito, come si fa a bordo campo prima di una partita: l’ultima trasferta di un gigante buono di diciassette anni.

 

Daniele Galli

 

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