Pescara, stangata Cosap: “Balneari a rischio pignoramento e chiusura”

Pescara. Dopo la direttiva Bolkestein, che rimette all’asta le concessioni demaniali, per i balneari pescaresi arriva anche la “stangata” della tassa sull’occupazione del suolo pubblico.

Come non bastassero i cali di prenotazioni, diretta conseguenza dei divieti di balneazione e dell’inquinamento del mare, dal Comune arrivano anche le ingiunzioni sulla Cosap ad aggravare l’economia del settore balneare pescarese.

Da ieri sono iniziate ad arrivare ingiunzioni di pagamento, anche per 100-200mila euro, gravate da pignoramento già esecutivi, riferibili a quando deciso, oltre due anni fa, dall’ex Giunta D’Alfonso: assorbire, dal Demanio, la proprietà dei marciapiedi situati dinanzi agli stabilimenti balneari che si estendono da piazza Primo Maggio andando verso sud, imponendo agli operatori turistici il pagamento della Cosap per l’utilizzo di quelle fasce di superfici che da decenni erano occupate con tavoli e sedie.

Nacque un contenzioso, negli anni attraversato da tentativi di mediazione ed esposti alla Procura, con gli imprenditori sulle barricate e decisi a rigettare quella che vedevano come ingiusta imposizione: “Sino ad allora avevano comunque pagato quell’occupazione, ma allo Stato, dunque sembrava iniquo pensare di pagare due volte la stessa imposta, ma a Enti diversi”.

Vane, però, le speranze di mediare e far dilazionare i pagamenti: “Oggi  i balneatori si sono ritrovati con le ingiunzioni di pagamento, anche per 100-200mila euro”, commenta ancora Sospiri, “una stangata finanziaria senza precedenti che, per alcuni, potrebbe anche significare dover chiudere l’attività balneare, peraltro con sulle spalle il peso di titoli di pignoramento già esecutivi, che significa rischiare di perdere la casa e togliere qualunque altro bene a tali imprenditori che hanno scritto la storia di Pescara”.

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