Pescara, protesta il pubblico impiego: in mille in piazza FOTO

Pescara. Un migliaio di lavoratori del settore pubblico in piazza a Pescara per la manifestazione regionale promossa da Cgil-Fp, Cisl-Fp, Uil-Pa, Uil-Fpl e Ugl e finalizzata finalizzata a chiedere il rinnovo dei contratti e ad ottenere risposte sulle principali vertenze abruzzesi. I manifestanti, tra striscioni, bandiere e slogan, hanno illustrato le proprie ragioni davanti al Palazzo del Governo, in piazza Italia.

Presenti all’iniziativa tutti i rappresentanti dei sindacati regionali e territoriali, oltre al segretario nazionale della Uil-Pa, Nicola Turco.

“La manifestazione – sottolinea il segretario regionale della Cisl-Fp, Vincenzio Traniello – è sì per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, ma è anche per questioni locali. Noi con la Regione abbiamo una serie di vertenze aperte: la prima è per i dipendenti dell’ente Regione che non percepiscono ancora il salario accessorio del 2015 e, nonostante una pre-intesa, circa 2 mesi fa, non siamo ancora stati convocati per chiudere il contratto integrativo del 2015; per non parlare poi del 2016”.

“Il grosso problema che ci preme – aggiunge – è che c’è una disaffezione forte sia del personale sia della dirigenza perché si continua a modificare la struttura dell’organizzazione regionale e questo sta creando uno scompiglio completo, con effetti sui servizi che si erogano alle piccole imprese e ai cittadini”.

“Poi – prosegue Traniello – abbiamo la vertenza delle Province che non si è chiusa, perché un gruppo di dipendenti è rimasto ‘appeso’ e la Regione non è stata adempiente rispetto a quanto sottoscritto. Per quanto riguarda gli enti strumentali, un esempio è il Ciapi con i dipendenti che da 30 mesi non ricevono gli stipendi. Non vogliamo arrivare allo scontro, ma se è questo che è vogliono ci arriveremo. Per ora siamo stati pazienti, ma abbiamo solo risposte parziali o chiacchiere; mancano provvedimenti concreti”, conclude il segretario.

“Stanno abbassando la qualità del welfare di questo Paese – afferma invece Turco – Se il Governo continuerà ad essere sordo e a fare documenti economico finanziari provocando chi lavora nel pubblico impiego, allora saremo costretti ad assumere iniziative molto più forti”.

Il segretario generale ha definito “inaccettabile” il fatto che “in un Paese civile siano trascorsi 2.300 giorni senza avere il rinnovo del contratto di lavoro”, che non venga applicata “la sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimo il comportamento dei Governi precedenti che non hanno rinnovato i contratti” e che “la cattiva politica abbia ridotto la pubblica amministrazione, cuore pulsante del Paese, ad una serie di progettualità che non producono miglioramento nei servizi ai cittadini”.

“La nostra battaglia è per i contratti, non solo nell’interesse dei lavoratori, ma anche dei cittadini, a cui stanno sottraendo tribunali, uffici provinciali, ospedali. Oggi terminano una serie di iniziative fatte a scacchiera in tutte le regioni. La prossima settimana Cgil, Cisl e Uil faranno un’analisi di quello che è successo – ha concluso il segretario generale – poi valuteremo il da farsi e non escludiamo iniziative molto più forti”.

In piazza, a Pescara, anche gli agenti del Corpo forestale, nel giorno dello sciopero proclamato in tutta Italia.

“Noi apparteniamo al Corpo Forestale dello Stato con ordinamento civile e, con tutto il rispetto per chi appartiene ad altre amministrazione con ordinamento diverso – dice il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia ambientale e forestale (Sapaf), Gerardo Boccia, che è anche segretario regionale per l’Abruzzo – non vogliamo nella maniera più assoluta essere militarizzati”.

“Il Governo – sottolinea Boccia – ha decretato la possibilità di militarizzare tutti gli appartenenti al Cfs e questo lo ha fatto in modo autonomo, senza consentire alle parti sociali e a noi di dire la nostra. Ad oggi abbiamo la possibilità di dare suggerimenti rispetto a quelle che sono le nostre funzioni in campo di polizia ambientale e forestale. Continueremo a protestare come abbiamo fatto fino ad ora sulla militarizzazione”.

Sottolineando che gli agenti della Forestale sono “civili fin dal 1822”, il segretario del Sapaf evidenzia che “in una regione come l’Abruzzo, che ha tre parchi nazionali, visto che siamo dislocati su tutto il territorio, la nostra presenza è fondamentale. Oggi sappiamo ciò che abbiamo fatto e che che facciamo – dice Boccia – non sappiamo cosa faremo domani. Non ci è dato saperlo, abbiamo cercato interlocutori, ma è stato tutto inutile. Non riusciamo a far sentire le nostre ragioni e i nostri suggerimenti per un settore che è strategico e fondamentale”.

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