Pescara, oltre 2000 foto e video di minori su Whatsapp: arrestato pedofilo 48enne

Pescara. Arrestato dalla Polpost di Pescara un uomo accusato di detenzione e divulgazione di ingente quantità di materiale pedopornografico

L’arresto è stato operato nel tardo pomeriggio di ieri dagli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale de L’Aquila su richiesta del P.M. che ha coordinato le indagini.

L’uomo, un 48enne, disoccupato, convivente con l’anziana madre, era già stato oggetto di analoga attività investigativa nel 2015 da parte degli stessi investigatori del Compartimento di Pescara, sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

In quella circostanza era stato arrestato poiché nel corso di una perquisizione a suo carico era stata rinvenuta una ingente quantità di materiale pedopornografico: oltre 2000 immagini e video ritraenti minori abusati o in atteggiamenti pornografici.

Numerose delle vittime risultavano di età inferiore ai tre anni.

Il Tribunale, una volta convalidato l’arresto dell’uomo, ne disponeva l’immediata liberazione.

Il lavoro degli investigatori non si è però fermato. Dalle successive attività tecniche, in particolare dalle risultanze dell’analisi forense del materiale informatico sequestrato, emergeva un quadro probatorio a carico dell’indagato di assoluta rilevanza.

Veniva infatti accertato lo scambio di materiale pedopornografico con altre persone utilizzando svariate applicazioni di messaggistica o noti social network, addirittura un gruppo creato sull’applicazione di messaggistica Whatsapp amministrato dallo stesso arrestato e composto, alla data dell’accertamento, di 12 membri.

Alcune di queste persone venivano localizzate in Italia ed identificate. A loro carico sono state eseguite perquisizioni, tutte con esito positivo. Per gli altri sono tuttora in corso rogatorie internazionali.

Gli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno potuto accertare che la condotta criminale tenuta dall’uomo non ha subito alcuna interruzione nonostante il suo arresto.

Ciò evidenziato anche attraverso la verifica della SIM telefonica in uso all’uomo: infatti lo stesso aveva conservato la stessa utenza cellulare per non perdere i propri contatti e continuare indisturbato nell’attività illecita.

Anche questa volta sono state rinvenute negli smartphone in uso all’uomo immagini pedopornografiche.

Purtroppo – spiega la Postel – la diffusione di internet ed il proliferare di programmi informatici che permettono il cosiddetto file Sharing, ossia lo scambio di file tra utenti connessi tra loro mediante appositi server e più recentemente dei social network, ha amplificato tra gli altri anche il fenomeno della diffusione di materiale pedopornografico facilitandone evidentemente anche la fruizione on line e la stessa detenzione.

— AGGIORNAMENTO —

Gli accertamenti della Polizia Postale nei confronti dell’uomo hanno preso il via a seguito di una segnalazione arrivata dal National Center for Missing and Exploited Children (Ncmec), che si occupa di prevenire abusi sessuali su minori e segnala lo scambio di materiale pedopornografico.

La polizia Postale, diretta da Elisabetta Narciso, è risalita quindi al 48enne. L’uomo vive nell’area metropolitana Chieti-Pescara.  ed e’ finito in carcere. Nonostante l’arresto precedente, il 48enne aveva proseguito nell’attività illecita, continuando a scambiare materiale pedopornografico, foto e video, sia attraverso WhatsApp che tramite Twitter, dove aveva creato almeno 5 o 6 account fingendosi una volta donna, una volta gay, di volta in volta facendo credere di avere età diverse e di essere adolescente.

I bambini protagonisti del materiale scambiato non sono identificabili, ma non si tratta di bimbi locali e provengono da tutte le parti del mondo. Resta da appurare se dallo scambio di foto e video derivassero dei profitti.

La comandante della Polpost, Elisabetta Narciso, e il suo vice, Gianluca De Donato, hanno lanciato un appello ai cittadini affinché collaborino e diventino “sentinelle attive” per segnalare situazioni anomale.

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