Pescara, ripascimento: pochi soldi e tempo. Si valutano le chiatte aspirasabbia

Pescara. Si complica l’iter per rinfoltire l’arenile, eroso dal naturale moto del mare, prima dell’inizio della stagione balneare: dopo l’inquinamento dell’acqua, l’estate di Pescara potrebbe ritrovarsi anche a corto di spiaggia.

“E’ davvero una missione impossibile quella relativa alla possibilità di un ripascimento morbido degli arenili prima che la stagione balneare entri nel vivo”: non dà false speranze il vice sindaco Enzo Del Vecchio: “Malgrado il Comune abbia richiesto già a novembre attenzione per le aree interessate da erosione del lungomare a sud della città, rimaste scoperte a causa del mancato completamento del progetto RICAMA, la comunicazione della disponibilità dei fondi da parte dell’assessorato regionale ai Lavori Pubblici è giunta solo il 28 aprile scorso per una cifra pari a 80mila euro”.

“Stiamo valutando possibilità di intervento localizzato con delle chiatte che aspirano sabbia da poter utilizzare sulla vicina battigia, ma con risultati di cui non abbiamo ancora previsione per quanto riguarda i tempi”, annuncia Del Vecchio, “Tempi che abbiamo sollecitato anche al Provveditorato Interregionale per il Lazio, Abruzzo e Sardegna al fine  di evitare un altro fenomeno che interessa il nostro litorale e che si verifica ogni anno nella zona della Madonnina, dove si accumulano quantitativi di alghe che se non rimosse macerano e producono cattivo odore. E’ del 9 maggio scorso la nostra richiesta preventiva di valutare interventi per tale problema. L’intento è quello di avere risorse per agire tempestivamente, quindi appena le temperature più alte innescano il fenomeno, al fine di ridurre al minimo ogni possibile criticità per il litorale interessato”.

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