Tercas & Caripe: polo di stabilità per l’Abruzzo

 

Tercas_Nisii_DiMarco_RussoPescara. “Si è finalmente compiuto il progetto di una banca regionale, avviato e fallito 15 anni fa”. Con queste parole Lino Nisii, presidente di Banca Tercas, ha commentato stamattina in conferenza stampa l’acquisizione della Caripe. Stabilità è la parola d’ordine, da restituire alle imprese e all’economia del territorio, oltre che all’istituto pescarese.

La creazione di un polo bancario regionale, con l’accordo firmato lo scorso primo ottobre, è per Nisii il compimento del tentativo, avvenuto in passato, di unificare le casse di risparmio delle 4 province, scelta non vincente perché: “all’epoca ci fu una ristretta visione di protezione degli interessi provinciali, un’arretratezza culturale che oggi è stata superata”, ha dichiarato ritenendosi il primo sconfitto. Ora, invece, il successo è dovuto ad una differente oculatezza, spiega: “Quando si aggregano più banche, le differenti dimensioni contano e stavolta sono state rispettate. Siamo arrivati all’accordo con il Gruppo Banca Popolare (Caripe) poiché nella trattativa abbiamo ritenuto non retrocedere su alcuni punti di vitale importanza e siamo stati rispettati. Non sono stati dei capricci, ma abbiamo voluto acquisire una banca con un asse sano e non farci carico di sofferenze e incagli, naturalmente insiti in ogni banca”.
Una banca regionale, dunque: 163 gli sportelli complessivi dei due istituti, che si espandono in tutto Abruzzo e in altre 5 regioni. Primo gruppo indiscusso nella nostra regione. E la ‘fusione’ lo porta ad inserirsi fra i primi gruppi di media grandezza italiani. “E’ passato il momento dei grandi gruppi”, commenta Nisii, “ora sta alle banche regionali individuare con maggiore sensibilità e certezza le esigenze del territorio, fattore che le rende un elemento di sviluppo”. Argomento caldo, questo; il presidente scaccia le accuse di un abruzzo ‘al sud’: “La nostra regione ha rallentato, è vero, ma non siamo al sud, perché manteniamo una nostra vivacità, sebbene occorra che la politica, come tutti, faccia la sua parte. Noi la faremo, ma mi auguro che questo sia il punto di partenza per la riaffermazione di una cultura delle istituzioni come c’era in passato”. Le intenzioni di Tercas per riattivare la vivacità della regione, mosse attese con ansia soprattutto dalle imprese preoccupati per le difficoltà di accesso al credito, risiedono nella stabilità: “L’impresa è fondamentale per la nostra economia e per questo individueremo un regime di tassi che vanno incontro alle difficoltà del momento. Faremo di tutto per questa regione”, continua Nisii, “ma bisogna allontanare l’idea che la banca deve aiutare sempre e comunque: questo compito spetta ad altre istituzioni”; poi si rivolge direttamente a Confindustria: “Nonostante le regole di assoluta prudenza, i nostri numeri dimostrano che i prestiti concessi alle imprese superano la raccolta globale, nonostante la crisi”.
Chi viene sicuramente stabilizzata dall’operazione è Caripe, che di contro offre la propria esperienza sul territorio nuovo a Tercas, come ha spiegato il presidente Tonino Di Berardino: “Sono molto felice per questo matrimonio. Si sarebbe potuto fare anche una decina di anni fa”, quando Caripe perse enormi capitali in giochi finanziari, “se si fosse prestata più accuratezza. Noi abbiamo maggiore conoscenza del chietino e del bacino di utenza industriale pescarese: esperienza che verrà messa a frutto in questa unione”. Non una sovrapposizione, sia chiaro: “Il marchio Caripe è ritenuto fondamentale ed è importante che rimanga autonomo, con i propri sportelli. Spero che Tercas sarà utile a Caripe per aiutarla ad espandersi”, conclude il vice presidente di Tercas Mario Russo.

I numeri dell’operazione. A seguito dell’acquisto del pacchetto azionario di controllo di Banca Caripe spa, ovvero il 95% della partecipazione che era in mano al Gruppo Banca Popolare, Banca Tercas (Gruppo Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo) diviene il primo gruppo bancario indipendente in Abruzzo, con 163 sportelli, 1217 dipendenti e attivi creditizi per 5 miliardi di euro.
Il costo dell’operazione è di 228 milioni di euro, e corrisponde ad un valore complessivo di Banca Caripe di 240 milioni di euro.

Daniele Galli

 

 

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